La continua negazione da parte di Israele della realtà dell'occupazione sarà la sua rovina.
L’avviso emesso dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aia, secondo cui gli insediamenti israeliani in Cisgiordania violano il diritto internazionale e che Israele deve porre fine alla sua occupazione in Cisgiordania e Gerusalemme est il più rapidamente possibile, non rivela nulla agli israeliani non lo sapevano già.
La dichiarazione confuta la menzogna secondo cui l'occupazione è temporanea e serve solo a fini di sicurezza. Questa è la menzogna che gli israeliani si sono raccontati nel corso dei decenni di occupazione mentre si appropriavano di sempre più terra palestinese, spogliando i palestinesi della loro terra e costruendovi insediamenti, il tutto sotto gli auspici dei successivi governi israeliani, attraverso la mediazione del governo israeliano. coloni e con il sostegno delle forze di difesa israeliane e della magistratura. La dichiarazione fa scoppiare questa bolla di menzogne e vede varie azioni del governo israeliano come annessione del territorio.
Tuttavia, non c'è la minima speranza che questa dichiarazione riporti alla ragione lo Stato di Israele dopo 57 anni e soddisfi le richieste di evacuazione degli insediamenti, la fine dell'occupazione e il controllo militare sui palestinesi e il loro risarcimento. Si tratta di un pio desiderio, come dimostrano le inquietanti reazioni di Israele alla dichiarazione. Tutti loro, dal primo ministro e i suoi colleghi di gabinetto all’opposizione alla Knesset di Benny Gantz e Yair Lapid, possono essere collocati nello spettro del sionismo religioso.
Dopo tutto, che differenza c’è tra gli appelli dell’estrema destra alla “sovranità adesso”, le divagazioni di Benjamin Netanyahu sull’impossibilità di negare “il diritto legale degli israeliani a vivere nelle proprie comunità nella nostra patria ancestrale”, le sciocchezze di Gantz sulla “Legalizzazione” di un conflitto politico-diplomatico” e l’oltraggioso moralismo di Lapid, che ha dichiarato che l’affermazione è “fuori dal mondo, unilaterale e contaminata dall’antisemitismo e senza comprensione della realtà sul campo”?
Tuttavia, non si deve concludere che il rapporto non avrà conseguenze politiche ed economiche che potrebbero indurre Israele, a causa dei costi che sarà costretto a pagare, a riconsiderare la sua rotta riguardo all'occupazione e all'impresa degli insediamenti. Non si tratta solo di sanzioni contro i coloni violenti o contro le organizzazioni legate agli insediamenti.
Il punto più importante del rapporto da un punto di vista pratico è l'obbligo delle organizzazioni internazionali e degli Stati membri delle Nazioni Unite di non riconoscere come legittima la situazione creata dalla presenza illegale di Israele nei territori o di contribuire al suo mantenimento. Secondo il parere, gli Stati membri sono obbligati a esaminare preventivamente qualsiasi interazione con Israele, sia nei territori che all'interno dello stesso Israele, per garantire che non contribuisca alla presenza di Israele nei territori.
La supposizione di Israele secondo cui il mondo continuerà a ignorare l'occupazione si è rivelata sbagliata negli ultimi mesi. Se Israele continua a ignorare ciò che il mondo gli dice, potrebbe rendersi conto di una realtà in cui viene boicottato e ostracizzato come il Sudafrica dell’era dell’apartheid.
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