Nestlé inganna i suoi consumatori dal 2010: acqua contaminata per oltre 15 anni e una frode da €3 miliardi!
In un’indagine sul trattamento fraudolento delle acque minerali da parte di Nestlé, che Médiapart ha potuto consultare, il colosso #svizzero avrebbe utilizzato trattamenti vietati per le sue #acque #minerali da più di 15 anni. Se confermata, si tratterebbe di una #frode dal valore di oltre 3 miliardi di euro.
#nestlé userebbe #trattamenti dell’acqua vietati dal 2005:
Il rapporto dell’indagine, emanato dalla Direzione generale della concorrenza, dei consumatori e del controllo delle frodi (DGCCRF), e consultato dalla testata investigativa indipendente francese, si concentra sulle acque Contrex, Hépar e Vittel per le quali Nestlé «utilizza trattamenti vietati almeno dal 2005, per alcuni anche dal 1993, e questo in modo permanente», si legge su Médiapart. Ciò sarebbe dovuto alla frequente contaminazione batterica.
Tuttavia, questi «processi non sono conformi alla normativa francese», riferisce una nota interna dell’azienda, e alcuni di questi trattamenti non rispondono in alcun modo alle «esigenze di sicurezza sanitaria», secondo le indagini.
La risposta di Nestlé Waters France:
Il report menziona in particolare l’acquisto nel 2005 di apparecchi UV e rileva «l’uso non autorizzato di filtri almeno dal 2010». Questa pratica ha permesso all’azienda di guadagnare più di 3 miliardi di euro:
“La differenza di fatturato realizzata vendendo questi prodotti come acqua minerale #naturale invece che acqua resa #potabile mediante trattamento è stimata in 3.132.463.297,00 euro per i diversi marchi e relativi periodi di reato”, secondo gli investigatori.
Nestlé Waters France ha riferito all’AFP di confutare «fermamente il metodo di calcolo e la determinazione dei costi comunicati da Médiapart».
Patogeni e batteri nell’acqua oltre il limite di legge:
Nestlé ha contattato le autorità nel 2021 per regolarizzare la situazione e ha dichiarato di aver “ritirato i trattamenti in questione” da allora. I risultati dei controlli, effettuati da gennaio 2020 a marzo 2022, mostrano che diverse sorgenti d’acqua sono contaminate da #agenti #patogeni e #batteri eterotropi al di sopra del limite legale, a volte anche fino all’85%, secondo Médiapart.
Il problema non è nuovo. L’allora ex direttore della fabbrica Nestlé nei Vosgi (in carica dal 2019 al 2023) spiega che questi dispositivi sono stati utilizzati “su bacini che presentavano derive microbiologiche”.
Per giustificare le sue pratiche, la multinazionale ha attribuito la presenza di queste derive batteriche “al cambiamento climatico”, che avrebbe causato una riduzione delle falde acquifere e favorito la #contaminazione dei suoli in pendenza.
Per questo caso il gruppo Nestlé è oggetto di un’indagine preliminare aperta dalla Procura di Epinal per frode.
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