Il 20 settembre 2024 è stato annunciato che l’Unione Europea aveva bloccato l’accesso ad alcuni siti web critici per i propri deputati al Parlamento di Bruxelles. Questa misura getta una luce preoccupante sul crescente controllo e censura esercitati dall’UE. Ciò che è particolarmente allarmante è che le misure di censura dell'UE si stanno ora estendendo anche ai suoi stessi parlamentari.Il deputato austriaco dell'FPÖ Gerald Hauser ha riferito che il blog austriaco “Der Status” non è più accessibile al Parlamento europeo. Anche altri media gratuiti potrebbero essere colpiti.
Una tendenza autoritaria:
Negli ultimi anni, il quartier generale dell’UE a Bruxelles si è trasformato sempre più in una struttura autoritaria che limita sempre più i diritti e le libertà fondamentali dei suoi cittadini. Particolarmente colpiti sono i social media, che sono rigorosamente monitorati e censurati. I contenuti che si discostano dalla narrativa ufficiale vengono etichettati come “disinformazione” e contrassegnati da etichette di avvertimento.
Conflitti con i giganti della tecnologia:
Questi sforzi di censura hanno già portato a conflitti con le principali aziende tecnologiche. È scoppiata una disputa tra Elon Musk e l'UE dopo che il commissario alla concorrenza Thierry Breton ha fortemente criticato il servizio di messaggistica X/Twitter e ha addirittura preso in considerazione un divieto sul modello brasiliano. Anche il boss di Telegram Pawel Durov è stato temporaneamente arrestato dalla magistratura francese, che agisce nello spirito dell'UE, e attualmente non gli è permesso di lasciare la Francia.
Censura nel Parlamento Ue:
Ciò che è particolarmente allarmante è che le misure di censura dell'UE si stanno ora estendendo anche ai suoi stessi parlamentari. L’accesso ad alcuni media liberi è stato bloccato al Parlamento europeo. Il programma di spionaggio statunitense “Blue Coat” viene utilizzato come strumento di censura. I parlamentari non possono utilizzare TikTok sui propri dispositivi di lavoro da molto tempo. Ora questa lista di blocco è stata ampliata apparentemente ai media online in lingua tedesca.
Il deputato austriaco dell'FPÖ Gerald Hauser ha riferito che il blog austriaco “Der Status” non è più accessibile al Parlamento europeo. Anche altri media gratuiti potrebbero essere colpiti. Tuttavia, media come “Ansage!”, “Journalistenwatch” e “PI-News” non sono (ancora) interessati.
Le reazioni dei parlamentari:
Le reazioni dei parlamentari a queste misure di censura sono chiare. René Aust (AfD), presidente del neo fondato gruppo ESN (Europa delle Nazioni Sovrane), ha espresso la sua estrema sorpresa per la pratica della Commissione. Ha sottolineato che né l'UE né il Parlamento europeo dovevano proteggerlo dai contenuti che visitava volontariamente. Piuttosto, i parlamentari devono essere protetti dalla censura dell’UE.
Anche Gerald Hauser è rimasto scioccato e ha descritto le misure come “spaventose” e “una censura su una scala che si fa beffe della democrazia”. Ha promesso di presentare un’interrogazione parlamentare per chiedere alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen di spiegare perché i parlamentari vengono privati della libertà di informazione.
Un segnale preoccupante:
Il fatto che l’esecutivo dell’UE neghi ai rappresentanti legislativi la capacità di decidere da soli dove e come ottenere informazioni la dice lunga. Queste misure di censura sono un segnale preoccupante per la democrazia e la libertà di espressione nell’Unione europea. Resta da sperare che questi sviluppi vengano esaminati criticamente e che vengano adottate misure adeguate per proteggere la libertà di informazione.
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