In un nuovo articolo con il Dr. William Happer di Princeton, sostiene che il ruolo della CO2 nel riscaldamento globale sia sopravvalutato, vanificando così la spinta a eliminare i combustibili fossili.
Il loro studio del 28 aprile, basato su decenni di fisica delle radiazioni, rileva che gli attuali livelli di CO2 hanno una capacità residua limitata di intrappolare il calore, rendendo gli sforzi per raggiungere l'obiettivo "Net Zero" scientificamente infondati ed economicamente disastrosi.Con l'intensificarsi dell'analisi dei modelli climatici, i risultati sono in linea con le iniziative dell'amministrazione Trump volte a smantellare le normative basate su questi presupposti discutibili.
Secondo Naturalnews.com, l'analisi di Lindzen e Happer si basa su un principio fisico fondamentale: la capacità della CO2 di intrappolare il calore diminuisce con l'aumentare della sua concentrazione atmosferica – un concetto noto come saturazione. Al livello attuale di circa 420 parti per milione (ppm), sostengono, un aumento della CO2 contribuisce in modo trascurabile al riscaldamento globale.
Applicato ai modelli climatici, questo significa che anche il raggiungimento di emissioni nette zero a livello globale entro il 2050 ridurrebbe l'aumento della temperatura di soli 0,06-0,5 °F al massimo. "I dati mostrano che la CO2 è ora un gas serra debole. L'idea che sia 'il principale motore del cambiamento climatico' è scientificamente indifendibile",ha affermato Happer, professore emerito di Princeton.
I due respingono anche le affermazioni che collegano la CO2 agli eventi meteorologici estremi, sottolineando che la variabilità climatica naturale e altri fattori dominano i modelli meteorologici.
I dati storici delle temperature forniti dall'EPA stessa, osservano, rivelano che le ondate di calore statunitensi degli anni '30 superavano le tendenze odierne, eppure i livelli di CO2 erano molto più bassi. Lindzen ha criticato i modelli climatici per aver costantemente sovrastimato il riscaldamento del 30-50%, concludendo: "Non solo sono sbagliati, ma sono pericolosamente fuorvianti".
Politiche di zero emissioni nette: preoccupazioni economiche e agricole:
Happer e Lindzen avvertono che gli obblighi Net Zero potrebbero devastare le economie e la sicurezza alimentare. L'eliminazione dei combustibili fossili comprometterebbe le infrastrutture critiche, compresi i fertilizzanti azotati, che dipendono dal gas naturale e nutrono metà della popolazione mondiale.
"Più CO2 significa più cibo",ha affermato Lindzen. Raddoppiare la CO2 atmosferica a 800 ppm potrebbe aumentare le rese agricole globali del 60%, in particolare nelle regioni soggette a siccità, ma tale crescita sarebbe soffocata da politiche che demonizzano le emissioni.
Le analisi costi-benefici degli economisti rafforzano ulteriormente la loro critica: praticamente nessun beneficio climatico misurabile giustifica i sussidi da mille miliardi di dollari per parchi eolici e solari.
"Questa non è scienza; è una truffa di trasferimento di ricchezza",ha affermato Happer, citando il programma di spesa per il clima degli Stati Uniti da 500 miliardi di dollari. Nel frattempo, le popolazioni più povere – che dipendono da energia a prezzi accessibili – affrontano conseguenze drastiche con la scomparsa dei combustibili fossili.
Il mito del consenso e la pressione sui dissidenti sul clima:
I due sfidano il tanto citato "consenso del 97%" sul cambiamento climatico come strumento politico. "La scienza non si decide a maggioranza", ha affermato Happer. Citando il detto del fisico Richard Feynman secondo cui "basta un solo esperimento per dimostrare che una teoria è sbagliata", ha osservato la costante incapacità dei modelli climatici di riprodurre le temperature reali.
Gli scienziati che osano mettere in discussione l'ortodossia spesso affrontano l'esilio professionale. La climatologa Judith Curry, ex presidente del Georgia Tech, ha perso finanziamenti e credibilità dopo aver ritrattato uno studio che collegava gli uragani al riscaldamento globale. Analogamente, il premio Nobel John Clauser ha visto annullare un discorso al FMI del 2023 dopo aver denunciato l'allarmismo climatico.
"La pressione accademica a conformarsi è straordinaria",ha detto Lindzen. "Nel 1990, nessun docente del MIT si definiva climatologo, ora è una carriera redditizia per chiunque sia desideroso di sfruttare i finanziamenti delle borse di studio".
Un appello all’integrità scientifica: rifiutare il “falso consenso” nelle politiche:
Lindzen e Happer esortano il Presidente Trump a emanare un ordine esecutivo che obblighi le agenzie federali ad adottare politiche rigorose basate sull'evidenza, libere da manipolazioni consensuali. Sottolineano la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti sul caso State Farm, che invalida le normative che ignorano dati critici o che selezionano i risultati a proprio piacimento.
"L'IPCC e l'EPA hanno escluso studi vitali che dimostrano che i modelli climatici sono irrimediabilmente imperfetti",ha affermato Lindzen. "Questo non è scetticismo, è rigore di base".
Per gli scienziati, la posta in gioco è esistenziale. "Net Zero è un patto suicida globale",ha avvertito Happer, indicando la crescente povertà energetica e lo sviluppo bloccato. "La CO2 non è un nemico, è l'elisir di vita. Lasciamo che siano i mercati, non i politici, a scegliere il nostro futuro".
Un bivio per la politica climatica: prove più che allarmi:
Mentre i governi si affrettano a rispettare gli impegni dell'Accordo di Parigi, la critica di Lindzen e Happer mette a nudo un paradigma in crisi. La loro attenzione alla saturazione di CO2 e agli impatti economici mette in discussione il quadro stesso della regolamentazione ambientale. Che i politici ascoltino il loro invito al rigore o si aggrappino al consenso, plasmerà non solo l'azione per il clima, ma anche il futuro di miliardi di persone che dipendono da un'energia a prezzi accessibili.
"Il metodo scientifico sopravvive",ha concluso Lindzen. "La verità sopravvive sempre".
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