AP, CNN e New York Times dovrebbero affrontare conseguenze penali?
Honest Reporting ha pubblicato oggi una storia innovativa che rivela che i membri dello staff dell'Associated Press (AP) e della Reuters con sede a Gaza, che lavorano anche per la CNN e il New York Times, hanno lavorato con Hamas durante il massacro nel sud di Israele.
Il rapporto solleva molte domande interessanti:
Cosa ci facevano lì così presto in un sabato mattina normalmente tranquillo? È stato concordato questo con Hamas? I mezzi di informazione legittimi che hanno pubblicato le sue foto hanno coordinato la sua presenza in territorio nemico con gli intrusi terroristi? I fotoreporter che lavorano come freelance per altri media come la CNN e il New York Times li hanno informati?
A giudicare dalle immagini del linciaggio, del rapimento e dell’assalto a un kibbutz israeliano, il confine sembra essere stato attraversato non solo fisicamente, ma anche giornalisticamente.
Sembra plausibile che questi “giornalisti” sapessero in anticipo dell’attacco e non abbiano fatto nulla per avvisare le autorità del massacro pianificato. Inoltre, le foto e i video di quel terribile giorno mostrano che questi fotoreporter erano integrati in Hamas senza essere identificati come membri della stampa.
Il rapporto documenta anche che uno degli uomini, Hassan Eslaiah, che lavora per AP e CNN, ha cancellato le prove del suo coinvolgimento nel raid, in cui Eslaiah era vestito con abiti civili.
Questa sera è apparsa su X.com una foto che mostra Eslaiah abbracciare Yahya Sinwar, il massimo funzionario di Hamas a Gaza. Sinwar è stato condannato per diversi omicidi e attacchi terroristici.
Mentre la Reuters ha sede a Londra, l'Associated Press, la CNN e il New York Times hanno sede negli Stati Uniti, dove è illegale fornire sostegno materiale ad Hamas perché il gruppo jihadista è elencato come organizzazione terroristica straniera.
L'AP, da parte sua, ha da tempo legami inquietanti e stretti con Hamas a Gaza, condividendo un tempo un ufficio con l'agenzia di intelligence del gruppo jihadista. Le forze di difesa israeliane hanno demolito l’edificio nel 2021, suscitando l’indignazione dei soliti sospetti nei media aziendali.
Vale certamente la pena considerare se queste società di media potrebbero essere coinvolte in un’indagine del Congresso e/o in un’indagine penale sulle attività dei loro dipendenti e appaltatori retribuiti a Gaza.
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