L'orice dalle corna a sciabola è un'antilope dalle corna diritte, è un mammifero che appartenente alla famiglia Bovidae e misura poco più di 1 m di altezza al garrese. I maschi pesano 140–210 kg e le femmine 91–140 kg. Il corpo misura 140–240 cm dalla testa alla base della coda. La coda è lunga 45–60 cm e termina con un ciuffo di peli.
Il suo manto è bianco, fatta eccezione per il petto di colore rosso-bruno e per alcune macchie nere sulla fronte e lungo il naso. La colorazione bianca riflette i raggi del sole, mentre le zone nere e l'estremità della lingua forniscono protezione contro le scottature.
L'orice (Oryx dammah), chiamata anche orice del Sahara, un tempo era diffusa in tutto il Nord Africa, ma negli anni '80 la popolazione cominciò a crollare, in gran parte a causa delle antilopi cacciate per le loro corna e la loro carne. Nel 2000, la specie è stata dichiarata estinta allo stato selvatico dalla Lista Rossa IUCN.
Tuttavia, grazie ai rigorosi sforzi di conservazione coordinati dall’Agenzia per l’ambiente di Abu Dhabi (EAD) e dalla Zoological Society di Londra, il suo destino è stato invertito e diventa la prima specie della loro iniziativa globale Extinct in the Wild ad essere declassata.
L’EAD ha coordinato le organizzazioni ambientaliste globali per reintrodurre l’orice dalle corna a scimitarra, che dal momento del lancio ha visto nascere allo stato selvatico in Ciad 510 cuccioli di orice dalle corna a scimitarra.
Il ritorno dell’orice dalle corna a sciabola sottolinea anche l’importanza della collaborazione tra organizzazioni e governi per aiutare a proteggere e ristabilire popolazioni di animali rari. "Progetti come quello dell’orice dalle corna a sciabola dimostrano che invertire il destino di queste specie è possibile: dobbiamo solo essere in grado di offrire le stesse risorse e lo stesso impegno alle altre specie estinte allo stato selvatico che sopravvivono solo grazie alle cure umane", afferna un professore di zoologia.
Si spera che la fortuna dell’orice dalle corna a sciabola continui nel futuro e apra la strada alla ripresa di più specie nei loro habitat naturali.