Un'eclissi solare naturale, in cui la Luna si trova tra il Sole e la Terra, si verifica da due a un massimo di cinque volte l'anno. L’Agenzia spaziale europea (ESA) ha ora annunciato che vorrebbe creare artificialmente un’eclissi solare parziale per la prima volta nel settembre 2024. Per fare ciò, l'ESA vorrebbe posizionare i satelliti Proba-3, che fungono da miniaturismi artificiali, tra il Sole e la Terra in modo che possano bloccare i raggi solari.
"Attraverso squisiti voli in formazione su scala millimetrica, i doppi satelliti che compongono il Proba-3 dell'ESA realizzeranno quella che in precedenza era una missione spaziale impossibile: proiettare un'ombra fissata con precisione da una piattaforma all'altra, bloccando nel contempo l'ardente Sole verso l'esterno. osservare la sua atmosfera spettrale circostante su base prolungata."
Si prevede che l'eclissi solare artificiale durerà circa sei ore, durante le quali gli astronomi intendono effettuare numerose misurazioni. Verranno utilizzati appositi strumenti per esaminare nel dettaglio la corona solare, che non dovrebbe essere schermata dai minimooni artificiali.
"Questa misteriosa regione è importante in quanto luogo in cui si creano le espulsioni di massa coronale – vaste eruzioni di particelle cariche che innescano tempeste solari – oltre ad influenzare la velocità del vento solare, che è fondamentale per determinare la meteorologia spaziale."
I due satelliti Proba-3 dovrebbero trovarsi in formazione tandem fino a 60.000 chilometri di distanza dalla Terra e a soli 150 metri di distanza. Il primo coronografo solare satellitare bloccherà la luce solare per il secondo satellite. Ciò dovrebbe consentirgli di osservare la corona spettrale e l'atmosfera circostante.
Secondo l'astrofisico Russell Howard della Johns Hopkins University (JHU), gli scienziati coinvolti sperano di ottenere nuove informazioni sulle espulsioni di massa coronale visibili della corona solare dai dati di osservazione. Questi hanno un impatto significativo sul clima terrestre. Inoltre, l'esperienza con i voli in formazione dei satelliti e i nuovi strumenti di misurazione dovrebbero aiutare per ulteriori missioni, compresi i voli su Marte.