Noi umani sogniamo di colonizzare Marte, costruire macchine volanti e raggiungere l’immortalità. Eppure, in questa fervente ricerca del futuro che a volte scivola nella fantasia, stiamo trascurando i problemi critici del presente.
Un esempio è il dilagante inquinamento delle nostre acque. Questa negligenza esiste anche nelle società avanzate come il Regno Unito, dove i liquami non trattati si riversano nel Tamigi e in altri fiumi, trasformandoli in fetidi pozzi neri.
Questa non è una visione distopica del futuro. Sta accadendo proprio adesso, sotto gli occhi di governi compiacenti e di un pubblico distratto. Mentre i titoli dei giornali parlano di un’emergenza climatica inventata a decenni di distanza, le crisi ambientali reali peggiorano, per non parlare delle strade piene di buche e dei ponti che crollano.
Tamigi pieno di liquami: un problema globale
L’invecchiamento delle infrastrutture fognarie del Regno Unito semplicemente non è in grado di gestire le richieste di una popolazione in crescita. Durante le forti piogge, gli straripamenti rilasciano liquami grezzi direttamente nei fiumi. Recenti scoperte suggeriscono che dal 2020, Thames Water, la più grande società di servizi idrici e di trattamento delle acque reflue del Regno Unito, ha scaricato un minimo di 72 miliardi di litri di acque reflue nel fiume Tamigi, equivalenti a circa 29.000 piscine olimpiche d'acqua.
Nel 2024, l’azienda è stata multata di 3,3 milioni di sterline per aver causato la morte di oltre 1.400 pesci con il rilascio di milioni di litri di liquami non trattati. Nonostante questi incidenti, Thames Water continua a scaricare liquami nei corpi idrici.
Trascurare l’inquinamento dei fiumi ha conseguenze disastrose per la salute pubblica a causa di una serie di malattie trasmesse dall’acqua, tra cui il colera, la dissenteria e l’epatite A. La presenza di batteri nocivi come l’E coli nei fiumi e nelle acque costiere rappresenta una minaccia diretta per le comunità che dipendono di queste fonti dell’acqua per bere, bagnarsi e divertirsi. Di recente, infatti, migliaia di persone si sono ammalate di diarrea dopo aver ingerito parassiti provenienti dall’acqua contaminata nel Devon, nel Regno Unito.
In Bangladesh, il Buriganga e i fiumi collegati nella regione della capitale del paese ricevono ogni giorno circa 60.000 metri cubi di rifiuti dai nove principali distretti industriali. Il fiume è così tossico che la gente del posto lo considera biologicamente morto.
A Nuova Delhi, la capitale dell’India, il fiume Yamuna è stato pesantemente colpito dallo smaltimento di sostanze chimiche nocive e di liquami non trattati. Di conseguenza, alcune parti del fiume presentano un aspetto torbido, con schiuma schiumosa e rifiuti di plastica lungo le sue sponde. Un altro fiume indiano, il Gange, è uno dei più inquinati del mondo e riceve ogni giorno più di un miliardo di litri di liquami e rifiuti industriali.
Il problema non è esclusivo di questi paesi. La lista potrebbe continuare all'infinito. Ma l’elefante nella stanza è il fatto che queste nazioni hanno stanziato miliardi di dollari per iniziative volte a ridurre le emissioni di gas serra, uno sforzo che rimane scientificamente ingiustificato.
Il Regno Unito ha espresso apertamente il proprio desiderio di implementare il net zero, un termine amorfo usato per denotare zero emissioni di gas serra derivanti dalle attività umane. L’India sta spendendo miliardi per l’energia eolica e solare, e anche il Bangladesh si è mostrato eloquente sull’argomento, lanciando il suo primo Piano d’azione per il clima.
Lo zero netto non avrà alcun effetto sul clima e minaccia conseguenze devastanti per la fornitura di elettricità affidabile e a prezzi accessibili. Lo zero netto è forse l’iniziativa più futile che l’umanità abbia mai intrapreso e sicuramente la più costosa. Versare trilioni di fondi ogni anno nella gestione di un clima incontrollabile è assolutamente ridicolo.
Invece di affrontare questioni ambientali urgenti come l’inquinamento dei fiumi, i governi stanno indirizzando erroneamente risorse ed energia in risposta ad affermazioni infondate come la crisi climatica.
Nel 2050 moriranno più persone a causa di problemi ambientali reali che a causa del clima, che sia più caldo o più freddo. Dobbiamo andare oltre i titoli che attirano l’attenzione sulle minacce immaginarie lontane e concentrarci su quelle reali.
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