I globalisti chiedono un’Europa meno bianca

La richiesta di un’Europa meno bianca è una minaccia per il patrimonio europeo?

"...la "bianchezza" dell'UE, che alcuni osservatori criticano da tempo, era in piena mostra".

In un momento in cui il mondo sta sprofondando sempre più nella follia, si rivela una nuova dimensione di assurdità: le autoproclamate élite europee hanno fatto della loro missione quella di derubare il continente della sua identità. Con il pretesto di “diversità” e “inclusione”, viene portato avanti un piano perfido che mira niente meno che alla cancellazione del patrimonio europeo.

"Questo documento prende in considerazione l'esperienza di tre gruppi specifici: europei non bianchi e musulmani; persone dell'Europa centrale e orientale; e i cittadini più giovani d'Europa. Nell'ultimo anno, tutti e tre i gruppi hanno "sotto-partecipato" in Europa, anche se per ragioni diverse".

Il manifesto del suicidio culturale:
L'ultima pubblicazione del globalista European Council on Foreign Relations (ECFR) si legge come un manifesto del suicidio culturale del “vecchio continente”. Con un’audacia che non è seconda a nessuno, sostengono che l’Europa è “troppo bianca” e “troppo occidentale”. Ti stropicci gli occhi e ti chiedi: è ancora questa la realtà o è già l'incubo di una distopia orwelliana?

"La "bianchezza" delle elezioni del Parlamento europeo risalta anche se confrontata con altri importanti "eventi europei" dell'anno passato, come il Campionato europeo di calcio UEFA tenutosi in Germania, i Giochi olimpici estivi di Parigi e l'Eurovision Song Contest di Malmö".

Le richieste dei globalisti:
Pawel Zerka, l'artefice di questa follia, nella sua pubblicazione si entusiasma per un "mondo post-occidentale" e chiede seriamente una "decolonizzazione" dell'Europa. Che presa in giro! Come se la culla della civiltà occidentale, il continente che ha dato al mondo l’illuminazione, la democrazia e i diritti umani, dovesse ora essere improvvisamente dichiarato una macchia nella storia.

"La "mancanza di voce" degli abitanti non bianchi e musulmani nell'UE odierna significa che le prospettive di questi gruppi potrebbero non essere mai ascoltate, consentendo alla xenofobia di prosperare nel linguaggio, nella politica e nelle prospettive della politica dell'UE. L'etnocentrismo incontrastato dei governi e dei politici dell'Europa centrale e orientale rischia di normalizzare ulteriormente tali atteggiamenti in quella regione e nel resto dell'UE. "

Ma non è tutto: questi sedicenti benefattori fantasticano su una “Barbieland” in cui l’Europa dovrebbe spogliarsi della propria identità come un capo di abbigliamento logoro e reinventarsi. I globalisti sognano un continente che apra i suoi confini alle masse del Terzo Mondo mentre queste risiedono nelle loro aree residenziali ben protette.

"L'Unione Europea odierna assomiglia a una Barbieland: un luogo che tende a considerarsi più perfetto di quanto non sia in realtà, ma che nasconde alcuni notevoli punti ciechi.

L'ipocrisia delle élite:
L’ipocrisia di queste élite non conosce limiti. Mentre predicano che l’Europa deve diventare “meno bianca”, essi stessi si godono i frutti della civiltà che rifiutano con tanta veemenza. Indulgono nel lusso mentre convincono i cittadini comuni che devono sacrificare la loro cultura e tradizioni per il bene comune.

Strumentalizzazione dei giovani:
Il tentativo di sfruttare la gioventù europea per questo progetto di autodissoluzione culturale è particolarmente perfido. Con frasi ben suonanti come “cosmopolitismo” e “solidarietà globale” un’intera generazione viene indotta a negare la propria eredità e ad alienarsi.

"E i giovani europei che crescono in un simile ambiente potrebbero adottare una prospettiva xenofoba mentre altri rifiutano un'UE che vedono come rappresentante di valori che non condividono".

Il vero obiettivo dei globalisti:
Ma qual è il vero obiettivo di questa agenda globalista distopica? Si tratta nientemeno che della creazione di una massa senza volto e senza radici, facile da controllare e manipolare. Un’Europa senza identità, senza storia, senza orgoglio: questo è il sogno proibito dei globalisti.

L’ironia è che le stesse forze che vogliono “decolonizzare” l’Europa stanno in realtà praticando una nuova forma di colonialismo. Vogliono spogliare il continente della sua anima e trasformarlo in una costruzione senz’anima al servizio degli interessi di un’élite globale.

Un appello alla resistenza:
È giunto il momento che gli europei si sveglino e pongano fine a questa follia. La diversità delle culture europee, la ricca storia e il patrimonio unico di questo continente non sono dei pugno nell’occhio da sradicare, ma piuttosto dei tesori da preservare.

Siamo a un bivio. O permettiamo all’Europa di degenerare in una “Barbieland” incolore e priva di identità, oppure riflettiamo sulle nostre radici e difendiamo ciò che ci definisce. La decisione spetta a ciascuno di noi.
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samantha

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