Il suo caso, potrebbe diventare un pericoloso precedente per qualsiasi grande Stato con la volontà di perseguire i giornalisti in Europa. Ho scelto la libertà al posto di una giustizia irrealizzabile, ha dichiarato Assange, con l’intento di spiegare la sua decisione di patteggiare con gli Stati Uniti.
Una scelta sicuramente non facile, presa probabilmente per la prospettiva di una condanna a 175 anni di detenzione.
Da quando sono uscito da Belmarsh, ho notato un grande cambiamento nella nostra società.
Vedo più impunità, più segretezza, più rappresaglie per aver detto la verità, e più autocensura.
Quando ho fondato WikiLeaks, ero spinto da un semplice sogno: educare le persone su come funziona il mondo in modo che attraverso la comprensione potessimo realizzare qualcosa di meglio. Avere una mappa di dove siamo ci consente di capire dove potremmo andare.
La conoscenza ci dà il potere di chiedere conto al potere e di esigere giustizia dove non ce n’è. Abbiamo ottenuto e pubblicato la verità su decine di migliaia di vittime nascoste di guerra e altri orrori invisibili, su programmi di assassinio, consegna, tortura e sorveglianza di massa.