Il rapporto dell’OMS suggerisce di collaborare con Big Tech e forze dell’ordine per controllare la “disinformazione”.
L’OMS partecipa sempre più alle discussioni online.
Le Nazioni Unite #onu in generale si sono rivelate negli ultimi anni un bell’esempio ma sfortunato del declino di un’istituzione che doveva essere un forum internazionale per risolvere le controversie e costruire la cooperazione e la fiducia reciproca tra i paesi, senza compromettere la loro sovranità. o capacità di agire.
Invece di creare pari opportunità e fiducia, le Nazioni Unite e le sue varie organizzazioni – negli ultimi anni soprattutto l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) – si sono subordinate alle agende globali.
Non sorprende quindi che l’Organizzazione Mondiale della Sanità continui a occuparsi della repressione delle informazioni online, compresa la censura, e parli ripetutamente di #disinformazione.
Una recente dichiarazione dell’OMS mostra anche che l’ONU non ha obiezioni a seguire le orme dei #governi che collaborano con le #bigtech. Infine, l’ONU veniva definita in modo dispregiativo #governo #mondiale.
Oggi, come descritto nell’articolo, l’OMS è la principale responsabile della salute. Non si tratta di problemi sanitari reali, ma di “attacchi informatici all’assistenza sanitaria (e) disinformazione”. E questi sono trattati come “rischi per la sicurezza sanitaria”.
Quindi non rischi per la salute, ma “rischi per la sicurezza sanitaria”. Si parla anche di “migliorare la maturità informatica”. Ci vorrà una fredda giornata all’inferno prima che la maggior parte delle persone capisca il linguaggio aziendale/globalista, ma questa volta l’OMS ha almeno elencato tutte le persone coinvolte in questa strana impresa sul proprio blog.
www.who.int/news/item/06-02-20....24-who-reports-outli
Si tratta nientemeno che dell’Interpol (un’organizzazione di polizia globale), dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), dell’Ufficio antiterrorismo delle Nazioni Unite, dell’International Computing Center delle Nazioni Unite (UNICC), dell’Istituto interregionale di ricerca sul crimine e sulla giustizia delle Nazioni Unite. e il CyberPeace Institute.
Follia. L'articolo giustifica tutto ciò affermando che l'infrastruttura informatica delle strutture sanitarie è stata presa di mira durante la pandemia, e apparentemente più del solito.
La “disinformazione” stranamente non è definita qui come disinformazione. Viene invece descritta – forse più esplicitamente di quanto vorrebbe l’OMS – come “raccolta di informazioni”.
Veniamo ora alle soluzioni suggerite. Uno è quello di aumentare la consapevolezza sulla disinformazione e sulla manipolazione dell’informazione (ma l’OMS lo vuole davvero, dal momento che le sue stesse attività potrebbero essere smascherate come tali?)
Inevitabilmente arriviamo alla promozione (di Big Tech, in realtà) di “fonti attendibili di informazione e voci di autorità; Supportare le attività di verifica dei fatti, compreso l’uso di tecnologie di verifica dei fatti e revisori umani”.
È interessante notare che il post dell’OMS conclude come segue:
“I rapporti (delle suddette agenzie delle Nazioni Unite) giustificano l’urgente necessità di formare alleanze intersettoriali per sfruttare i benefici delle nuove tecnologie per migliorare la salute e il benessere, affrontando continuamente nuove minacce”.
Ora, qualcuno ha davvero scritto questa insalata di parole globalista?
Lo scopriremo solo vivendo e imparando. E resta fedele a ciò.
https://reclaimthenet.org/who-....proposes-working-law