I test sui razzi #blue_origin di #jeff_bezos emettono abbastanza metano da essere individuati dallo spazio
Le cose stanno diventando piuttosto turbolente alla Blue Origin, la società di #turismo_spaziale di Jeff Bezos. Secondo Bloomberg, una struttura Blue Origin nel Texas occidentale #emette regolarmente così #tanto_metano durante i recenti test missilistici che pennacchi di questo materiale vengono individuati dallo #spazio.
Il rilevamento inaspettato è stato effettuato a giugno da Carbon Mapper, un’organizzazione no-profit che #analizza le #emissioni di #gas_serra in tutto il mondo. Utilizzando i dati raccolti da uno strumento a bordo della #stazione_spaziale_internazionale, Carbon Mapper ha stimato che circa 1,5 tonnellate di metano venivano emesse ogni ora dalla struttura Blue Origin, apparendo come una nube evidente sulla mappa del suo sito web. Tuttavia, senza ulteriori dati, non si può dire quanto tempo siano durate quelle #emissioni.
Il metano è un gas serra e un #fattore #significativo del #cambiamento_climatico. Secondo l’International Energy Association, il metano da solo è responsabile di quasi un terzo del riscaldamento della Terra. Blue Origin che emette diverse dozzine di #tonnellate in più di questa sostanza ogni anno potrebbe non essere un granché nel grande schema delle cose – a livello globale, l’industria energetica ha rilasciato 135 milioni di tonnellate di questa sostanza nel 2022 – ma resta comunque da esaminare.
Non è certamente un segreto che il metano rientri nei piani di Blue Origin. Il suo motore a #razzo di punta, il BE-4, utilizza per la propulsione il cosiddetto gas naturale liquefatto (GNL), costituito quasi interamente da metano. E secondo un portavoce dell'azienda, queste emissioni sono all'ordine del giorno. "Travasiamo spesso il GNL dai nostri fornitori nei serbatoi di stoccaggio presso i nostri banchi prova motori", ha detto il portavoce a Bloomberg . "Tutto ha funzionato normalmente."
Fino ad ora, però, l’impronta di metano dell’impresa Bezos è rimasta relativamente sconosciuta. Anche con le ultime scoperte di Carbon Mapper, non possiamo con certezza restringere il campo delle emissioni, ma una richiesta di permesso aereo individuata da Bloomberg potrebbe aiutarci a capirlo.
Secondo il documento, depositato presso la Texas Commission on Environmental Quality (202 nel 2020, Blue Origin stima che emetterà circa 3,4 milioni di piedi cubi di GNL all’anno, ovvero circa 60 tonnellate di metano.
Ma non è l’unica azienda spaziale a utilizzare il metano come propellente per i razz, anche SpaceX e la sua travagliata Starship sono un esempio notevole. In effetti, il metano è sempre più visto dalle aziende spaziali come il carburante ideale per i missili grazie, tra i molti fattori, alla sua alta densità, alle prestazioni stellari e all’efficienza in termini di costi. In altre parole, possiamo aspettarci molti più lanci alimentati a metano in futuro.
Quindi, anche se attualmente si ritiene che l’impatto ambientale dei viaggi spaziali sia relativamente insignificante, c’è motivo di sospettare che, agli attuali ritmi di crescita del settore, sia destinato a diventare un enorme #inquinatore.
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