L'immagine AI del "Tank Man" di Piazza Tiananmen arriva in cima alla #ricerca di #google e ció mostra il #pericolo della #manipolazione dei contenuti dell’intelligenza artificiale. Dato che tali #foto sono quasi impossibili da distinguere dalle foto reali, la domanda è come fidarsi delle #notizie e delle foto in futuro.
Negli ultimi 25 anni siamo diventati completamente dipendenti da Google, cioè dall'onnipotente #motore di #ricerca che ha risposte a quasi tutte le domande che ci interessano. Siamo abituati a vedere i #risultati più importanti in cima al motore di ricerca, e spesso non pensiamo nemmeno se questi risultati siano #notizie_vere o #false, e a volte, appena li vediamo in alto, ci prendeteli come informazioni rilevanti.
Questo può essere piuttosto #pericoloso, e il pericolo è ancora maggiore con l’ #intelligenza_artificiale e l’incredibile quantità di #contenuti #generati dall’intelligenza artificiale. Tali contenuti sono difficili, quasi impossibili da distinguere dai contenuti reali, il che comporta numerosi pericoli perché esiste la possibilità che non sapremo più cosa è vero e cosa non lo è.
Uno degli esempi di ciò è una delle foto più famose del secolo scorso, scattata in #piazza_tiananmen in #cina, scattata dal fotografo Jeff Widener. È la fotografia di una persona che stava davanti ai #carri #armati e per molti è un simbolo di resistenza e coraggio. La foto è conosciuta come " #tank_man ". Le persone che recentemente volevano trovare informazioni sugli eventi della fine degli anni Ottanta e volevano guardare quella foto leggendaria su Google, come uno dei risultati in alto nella ricerca di #immagini, non hanno ottenuto la vera foto scattata da Widener, ma una #foto_falsa generata dall'intelligenza artificiale, che sembra totalmente reale.
Chi non ha familiarità con l’argomento non penserà sicuramente che si tratti di una foto inesistente, ed è proprio questo che mostra la pericolosità delle foto generate dall’intelligenza artificiale. Sembrano così reali che in futuro, se verranno visualizzate insieme ai risultati di ricerca di foto reali, nessuno sarà in grado di riconoscere che si tratta di immagini false. In questo caso, è facile concludere che si tratta di una foto falsa perché si tratta di un evento e di una foto conosciuti a livello mondiale, e la persona si sta scattando un selfie in un'epoca precedente all'avvento degli smartphone, ma sarà molto più difficile concludere quando arriverà ad alcuni eventi e foto meno noti.
Non si sa per quanto tempo quella foto sia rimasta in cima alle ricerche di Google, ma quando il team di questa azienda è stato avvisato che la foto generata dall'intelligenza artificiale veniva visualizzata come risultato di ricerca per l'immagine "tank man", è stata rapidamente rimossa. La foto è apparsa per la prima volta online più di sei mesi fa su un subreddit dedicato ai contenuti creati dall'intelligenza artificiale. In particolare, è stata realizzata con lo strumento Mid Journey e il suo autore ha chiarito fin dall'inizio che si trattava di una foto AI, quindi la domanda è come sia finita tra i primi risultati del motore di ricerca.
Questo è solo un esempio di come le foto basate sull'intelligenza artificiale possano essere utilizzate per #manipolare i #risultati delle ricerche di #contenuti #online, ma non è l’unico caso di un’immagine AI in cima alla ricerca di Google. A giugno, Futurism ha riferito che una ricerca su Google di “Johannes Vermeer”, il maestro barocco olandese che dipinse Ragazza con l’orecchino di perla, restituiva una versione generata dall’intelligenza artificiale dell’immagine che mostrava una ragazza con orecchini luminosi. La stessa cosa è successa a maggio per Edward Hopper: il risultato migliore mostrava un dipinto nello stile del realista americano ma era stato generato dall'intelligenza artificiale.
Questi casi sollevano seri interrogativi su come i motori di ricerca saranno in grado di visualizzare contenuti veritieri mentre lottano con l’enorme afflusso di immagini generate dall’intelligenza artificiale che attualmente stanno inondando il web.
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