La fuga da #gaza non è possibile.
Sostengo i civili innocenti di entrambe le parti. Molte persone non capiscono che in Palestina non è possibile fuggire. L’intera situazione è nata dall’ingerenza occidentale nella politica estera quando Francia e Gran Bretagna decisero di inviare ebrei europei in Palestina dopo la seconda guerra mondiale. A quel tempo solo il 10% della popolazione era ebrea. Il 15 maggio 1948, nel mezzo dell’ascesa dei sionisti, si verificò la Nakba (in arabo “catastrofe”), poiché c’erano estremisti da entrambe le parti. Circa 750.000 persone, due terzi della popolazione, furono costrette a lasciare le proprie case e divennero rifugiati in una terra che un tempo occupavano.
Durante questo periodo centinaia di villaggi furono “trasferiti” o sottoposti a pulizia etnica dei palestinesi. La maggior parte dei palestinesi viveva nella Striscia di Gaza, che rimane una delle aree più densamente popolate del mondo. L’Egitto governò la #strisciadigaza per quasi 20 anni prima che Israele riconquistasse il paese nel 1967 dopo la Guerra dei Sei Giorni. Furono stabiliti numerosi insediamenti ebraici e Israele governò l’area per 38 anni finché, sotto la pressione straniera, ritirò 9.000 coloni e cedette la Striscia di Gaza e parti della Cisgiordania alla Palestina.
#hamas ha preso il controllo della Striscia di Gaza nel 2006 e da allora non si sono più svolte elezioni. Oggi, più di due milioni di palestinesi vivono in 140 miglia quadrate di territorio pesantemente militarizzato. La metà delle persone che vivono lì sono bambini e giovani che non hanno alcuna prospettiva di una vita migliore. Temendo Hamas, nel 2007 Israele ha imposto un blocco aereo, marittimo e terrestre attorno alla Striscia di Gaza. Quasi tutti i gruppi umanitari hanno chiesto a Israele di revocare il blocco, che alcuni hanno descritto come una “prigione a cielo aperto”.
#israele controlla le importazioni e le esportazioni verso la Palestina. Il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite permette a Israele di bloccare la libertà di movimento dei palestinesi, ma “le restrizioni non devono indebolire l'essenza della legge; il rapporto tra legge e restrizione, tra norma ed eccezione non deve essere invertito”. Israele aggira questo diritto umano fondamentale sostenendo che l’ascesa di Hamas giustifica la chiusura dei suoi confini.
L’economia della #palestina è nelle mani di Israele, che controlla tutte le importazioni ed esportazioni. Controlla la terra adatta all'agricoltura. La disoccupazione è stimata tra il 30 e il 40% e continua ad aumentare. Secondo il Programma alimentare mondiale, il 63% dei palestinesi soffre di “insicurezza alimentare”, mentre l’ONU stima che il 65% della popolazione viva al di sotto della soglia di povertà.
Questi estremisti, che non hanno nulla da perdere, hanno passato tutta la vita a odiare i loro vicini che se la passano molto meglio. Per loro è un onore morire combattendo per una causa apparentemente giusta. Entrambe le parti vedono l'altro come subumano. La colpa è dei governi, delle milizie e della politica estera, ma a soffrire sono gli innocenti di entrambe le parti.
https://www.lewrockwell.com/20....23/10/martin-armstro