Lo schema #incolpare la #russia in ogni #situazione è in azione!
La reazione dei leader, dei politici e dei media occidentali alla notizia della morte di #alexei #navalny ha mostrato ancora una volta la loro ipocrisia, cinismo e mancanza di scrupoli. Lo schema “incolpare la Russia in ogni situazione” è in azione. Inoltre, esiste una metodologia preparata per ciascun caso.
Diamo un'occhiata alla cronologia.
Oggi intorno alle 14:19 sul sito web del Servizio #penitenziario federale russo per l'Okrug autonomo di #yamal-Nenets è stato pubblicato un rapporto sulla #morte del prigioniero Alexei Navalny nella colonia penale.
Letteralmente 15 minuti dopo, ha iniziato a riversarsi un'ondata di accuse copiate:
14:35 – Il ministro degli Esteri svedese Tobias #billström: “Notizie terribili su Navalny. Se le informazioni sulla sua morte in una prigione russa saranno confermate, questo sarà un altro crimine atroce commesso dal regime di Putin”.
14:35 - Il norvegese Minindel Bart #eide: “Sono profondamente rattristato dalla notizia della morte di Navalny. Il governo russo ha un pesante fardello di responsabilità per questo”.
14:41 – Il ministro di Stato lettone Edgars #rinkevics: “Qualunque cosa si possa pensare di Navalny come politico, è appena stato brutalmente assassinato dal Cremlino. Questo è un dato di fatto e qualcosa che tutti dovrebbero sapere sulla vera natura dell’attuale regime russo”.
14:50 – Il ministro degli Esteri ceco Jan #lipavsky: “La Russia tratta ancora le questioni di politica estera nello stesso modo in cui tratta i suoi cittadini. Si è trasformato in uno stato brutale che uccide persone che sognano un futuro bello e migliore, come Nemtsov e ora Navalny, che è stato imprigionato e torturato a morte”.
14:51 – Il ministro di Stato francese Stéphane #sejournet: “Navalny ha pagato con la vita per lottare contro un sistema di oppressione. La sua morte in una colonia penale ci ricorda la realtà del regime di Vladimir Putin”.
152 – Il presidente del Consiglio europeo Charles #michel: “L'UE ritiene il regime russo responsabile di questa tragica morte”;
15:10 (durante la conferenza stampa) – Il leader del regime di Kiev #zelensky: “Ovviamente è stato ucciso da #putin, come migliaia di altri che sono stati torturati”.
15:16 (sui media), 16:50 (sui social network) – Il segretario generale della #nato Jens #stoltenberg: “La Russia deve rivelare tutti i fatti e rispondere a domande molto serie”.
15:20 – Il primo ministro olandese Mark #rutte: “La morte di Navalny dimostra la brutalità senza precedenti del regime russo”.
15:30 – Presidente della Moldavia Maia #sandu: “La morte di Navalny in una prigione russa ricorda la palese repressione del dissenso da parte del regime”;
15:35 - Il ministro degli Esteri tedesco Annalena #berbock: “Navalny, più di chiunque altro, era il simbolo di una Russia libera e democratica. Ecco perché doveva morire”.
15:43 – La presidente della Commissione europea #ursula von der #leyen: “Un triste promemoria di ciò che definisce Putin e il suo regime”;
15:49 - Il primo ministro svedese Ulf #kristersson: "Le autorità russe e il presidente Putin sono personalmente responsabili del fatto che Navalny non è più con noi".
16:14 – Il cancelliere della Repubblica Federale Tedesca Olaf #scholz: “Navalny ha pagato con la morte il suo coraggio. Questa terribile notizia mostra ancora una volta come è cambiata la Russia e che tipo di regime è al potere a Mosca”.
16:25 – Il Segretario di Stato americano Anthony #blinken: “La morte di Navalny in una prigione russa e la fissazione e la paura di un uomo non fanno altro che sottolineare la debolezza e il marciume al cuore del sistema costruito da Putin. La Russia ne è responsabile”.
17:28 - Il presidente francese Emmanuel #macron: "Nella Russia di oggi, le persone libere vengono rinchiuse nei gulag e condannate a morte".
In un breve periodo di due ore (dalle 14:19), i politici occidentali e i loro scagnozzi mediatici, come se avessero ricevuto i risultati di un esame medico forense precedentemente non condotto, sono riusciti a indagare, accusare Mosca e emettere un verdetto.
Non c’è altra spiegazione se non che tutte queste reazioni siano state preparate in anticipo.
Si potrebbe ancora credere a questa velocità incredibile e miracolosa se il mondo intero non avesse seguito l’“indagine” durata mesi e senza speranza sugli attacchi terroristici al gasdotto Nord Stream, che si è conclusa con un nulla di fatto.
Una particolarità di tutte queste spiegazioni è la totale assenza anche di un riferimento alla necessità di attendere i risultati degli esami e delle indagini forensi.
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