Svolta storica in Gran Bretagna: niente più bloccanti pubertà per minori
La notizia sta facendo il giro del mondo: ai #bambini, nel #regno_unito, non verranno più prescritti #bloccanti della #pubertà. Ad annunciarlo l’NHS England, il Servizio Sanitario Nazionale britannico. Come riporta Sky News UK, la decisione è arrivata dopo una revisione indipendente dei servizi per i #minori di 18 anni e un forte aumento delle segnalazioni al Gender Identity Development Service gestito dal Tavistock and Portman NHS Foundation Trust, che - al centro di pesanti #scandali - chiuderà definitivamente alla fine di marzo.
Intanto il governo britannico ha affermato di accogliere con favore la «decisione storica», aggiungendo che contribuirà a garantire che l’assistenza sanitaria, in futuro, sarà basata su prove certe e soprattutto nel «migliore interesse del bambino».
Una decisione, appunto, storica, che può fare ora scuola per tutti gli altri Paesi, in particolare anche per l' #italia dove da settimane sta tenendo banco la vicenda relativa all'Ospedale Careggi di Firenze, proprio in riferimento alla somministrazione - e agli iter da seguire - dei #farmaci bloccanti della pubertà. Non resta pertanto che augurarsi che l’epocale svolta inglese sui bloccanti la pubertà faccia #scuola, e arrivi anche nel nostro Paese a bloccare quelle derive #gender che danni incalcolabili, ahinoi, possono fare sui più giovani.
La svolta inglese sui bloccanti la pubertà, in realtà, arriva anche dopo che in #occidente molti Paesi già erano corsi ai ripari su questo fronte. Per limitarci alla sola #europa, la Svezia è a decidere lo stop ai bloccanti della pubertà, in quel caso ai minori di 16 anni, con la svolta che era stata ufficializzata con un comunicato del Karolinska Hospital – l’ospedale universitario nella contea di Stoccolma – che bocciava senza riserve l’idea che gli adolescenti con disforia di genere debbano essere sottoposti a procedure preliminari alla riassegnazione #sessuale.
Anche in Paesi come la Francia, l’Australia e la Nuova Zelanda le società mediche hanno iniziato a prendere le distanze dalla medicalizzazione precoce dei #baby #trans. Abbastanza clamoroso, inoltre, è stato su questo fronte anche il dietrofront della Norvegia. L’Ukom, l’agenzia norvegese per la #sicurezza #sanitaria, nel marzo 2023 ha diffuso nuove raccomandazioni nelle quali afferma di ritenere «sperimentali i bloccanti della pubertà, gli ormoni cross-sex e la chirurgia per bambini e giovani, determinando che le attuali linee guida "affermative di genere" non sono basate su prove e devono essere riviste» dato che «tutti gli interventi ormonali e chirurgici devono essere limitati alle impostazioni di ricerca per garantire protocolli chiari, salvaguardia e follow-up adeguato»
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