Non c’è stata alcuna pandemia
Ogni singolo aspetto della narrativa Covid è falso. Non c’è stata alcuna pandemia.
Non c’è stata alcuna pandemia secondo una definizione ragionevole, il che deve sicuramente includere il fatto che un gran numero di persone precedentemente sane di tutte le fasce d’età sono morte, mentre non c’è stato alcun aumento percepibile della mortalità globale nel 2020.
I sostenitori della pandemia sostenendo che ciononostante c’è stata la diffusione di un nuovo agente patogeno da una fonte puntuale (“perdita di laboratorio di un virus ingegnerizzato attraverso la ricerca Gain of Function”). Dicono che si trattava di un virus “cattivo” e che il danno causato era il risultato di una “cattiva gestione” o della mancanza di “trattamento precoce”.
Tuttavia:
a) Non ci sono prove che i virus possano essere progettati in modo da avere un pericoloso potenziale pandemico: le fughe di dati dai laboratori si verificano continuamente.
b) Le presunte ondate di morti e malattie gravi appaiono disaccoppiate dalla “diffusione” – non ci sono gruppi o increspature di morti o malattie insolite evidenti; il “virus” ha stranamente obbedito ai confini nazionali e amministrativi per creare diversi “esiti pandemici”.
c) Il virus e la malattia che si ritiene siano stati causati da esso non erano certamente “nuovi”. Il “Covid” era indistinguibile dalle caratteristiche delle malattie infettive respiratorie conosciute. Qualsiasi presunta novità è spiegabile con i pregiudizi di osservazione e conferma, aumentati dalla più vasta e potente campagna di propaganda mai condotta sull’umanità.
Tutti i danni riportati possono essere spiegati da una combinazione di:
a) Massicce interruzioni dell’assistenza sanitaria e sociale: maltrattamenti, mancato trattamento o trattamento inappropriato, soprattutto degli anziani infermi.
b) Attribuzione errata dei decessi al “Covid”.
c) Altri danni conseguenti alla risposta alla falsa percezione che stesse circolando un nuovo virus mortale.
d) Frode di dati.
La nozione di “qualcosa che si diffonde” è il risultato dell’esplosione del numero di test ipersensibili e sottospecifici eseguiti (soprattutto PCR) che si limitavano a trovare un segnale preesistente che si era già diffuso – e, soprattutto, senza essere notato del tutto – prima della presunta emergenza.
Quando questi “casi positivi” venivano trovati, una serie di incentivi perversi creavano un circolo vizioso di feedback positivo che comportava più test (soprattutto di “contatti”), più “casi” che richiedevano ulteriori test, più “casi” trovati e così via.
La cronologia associata alle prime settimane dell’era Covid mette a dura prova la credulità. Dobbiamo credere che quanto segue sia avvenuto spontaneamente in un periodo di 4 settimane:
a) 27 dicembre 2019 – L’ospedale di Hubei segnala casi di polmonite di causa sconosciuta
b) 7 gennaio 2020 – il “nuovo virus” è isolato
c) 12 gennaio 2020 – sequenza caricata su Internet da un paziente a Wuhan con una polmonite altrimenti insignificante
d) 22 gennaio 2020 – una dashboard che pretende di segnalare casi e decessi a livello globale in tempo reale viene creata e lanciata dalla John Hopkins University
e) 23 gennaio 2020 - viene pubblicato un documento che descrive un test validato (sviluppato senza accesso al materiale del paziente), dopo essere stato sottoposto a “peer review” entro 24 ore dalla presentazione.
Le teorie della “fuga di laboratorio” e dello “spillover zoonotico” sono le due parti costitutive di una falsa dicotomia deliberatamente progettata. Permettendo la discussione solo tra queste due scelte, si evita la domanda se abbiamo effettivamente avuto una pandemia, e cosa quindi ha causato la miriade di danni. Eppure ENTRAMBE le teorie hanno lo stesso finale: il sostentamento dell’industria della preparazione alla pandemia che, insieme a un episodio “Covid” di enorme successo, senza dubbio si diletterà nella prospettiva di repliche redditizie.
I riferimenti spesso ripetuti alla “prossima pandemia”, anche da parte di alcuni apparenti “dissidenti Covid”, sono un presagio delle loro intenzioni, perché, ricordate, come si suol dire:
“Ora qualsiasi laboratorio canaglia può progettare questi virus”.
Dopotutto, come abbiamo sostenuto, non è necessaria l’effettiva fuga di qualcosa da un laboratorio per generare una “pandemia”; la semplice semina della narrativa della fuga, dell’implementazione dei test e del conseguente contagio sociale è tutto ciò che serve.
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In precedenza abbiamo pubblicato:
I governi sapevano che i mandati Covid erano incostituzionali
https://reale.one/read-blog/19....15_i-governi-sapevan
https://pandauncut.substack.co....m/p/every-single-asp
Una versione completa può essere letta qui:
https://pandauncut.substack.co....m/p/policy-review-th