Il #tribunale del Quebec dà il via libera ad un'azione collettiva contro la censura dei contenuti relativi al COVID di YouTube:
In #canada è stato consentito il proseguimento di un'azione #legale collettiva contro la #censura da parte di #youtube dei discorsi dell'era #covid sulla piattaforma. Il principale attore nel caso che ora ha ottenuto il via libera dalla Corte Superiore del Quebec è lo YouTuber Éloïse Boies, mentre il documento #accusa la piattaforma video di #google di censurare le informazioni sui #vaccini, sulla #pandemia e sul virus stesso.
Boies, che gestisce il canale "Élo Wants to Know", afferma nella causa che tre dei suoi #video sono stati rimossi da YouTube (uno dei video censurati riguardava... la censura) per presunta #violazione delle politiche del sito web sulla #disinformazione #medica e in contraddizione con la #salute mondiale. Le narrazioni COVID dell'epoca da parte delle organizzazioni e delle autorità sanitarie locali.
Tuttavia, l’autore del contenuto sostiene che le decisioni rappresentano una soppressione illegale e intenzionale della libertà di espressione. A febbraio, Boies ha rivelato che oltre a far cancellare i video, la censura l’ha anche etichettata come “antivaxxer” e “teorica della cospirazione”, facendole perdere i contratti.
Il documento cita la Carta dei #diritti umani e delle #libertà come il documento violato da YouTube, mentre lo status di class action della causa deriva dall'inclusione di qualsiasi persona fisica o giuridica in Quebec i cui video riguardanti il COVID sono stati censurati o a cui è stato impedito di guardarli, a partire da metà marzo 2020 in poi.
Google, d'altro canto, sostiene di non avere alcun obbligo di rispettare la Carta dei diritti e delle libertà dell'uomo e di non poter quindi essere ritenuto responsabile per le decisioni di censurare i contenuti che non approva o, come ha affermato il colosso, fornire spazio ai video “indipendentemente dal loro contenuto”.
Ma quando il #giudice della Corte Superiore Lukasz Granosik ha annunciato la sua decisione, ha osservato che libertà di espressione “non significa solo libertà di parola, ma anche libertà di pubblicazione e libertà di creazione”.
Sottolineando l'importanza che la #corte #suprema canadese attribuisce alla garanzia della libertà di espressione come elemento chiave di una società democratica, il giudice ha concluso che "Se (Google) esercita la censura impedendo ad alcune persone di pubblicare video e ad altre persone di visualizzarli video, ostacola così la libera circolazione delle idee e si espone a dover difendere il proprio modo di fare”.
A Google è stato ordinato di interrompere la censura dei contenuti perché contraddicono le autorità sanitarie, l'OMS o i governi, che pagano 1.000 dollari di risarcimento e 1.000 dollari di danni punitivi a ciascuno dei querelanti, oltre a "un risarcimento aggiuntivo previsto dalla legge dalla presentazione della denuncia". richiesta di autorizzazione all'azione collettiva, come da decisione del tribunale.
Per quanto riguarda coloro a cui è stato impedito l'accesso ai contenuti, la decisione sui #danni sarà oggetto di una futura udienza.
https://www.lifesitenews.com/n....ews/quebec-court-gre