Malessere, dipendenza da smartphone e isolamento. Nuovo studio conferma il disagio dei giovani italiani:
Chiusi, introversi, con gli occhi fissi sullo #smartphone e una relazione con la realtà costantemente mediata dallo schermo, da #social e tendenze in rete. Si presenta così purtroppo la stragrande maggioranza dei #giovani oggi. E non è questo semplicisticamente soltanto un #effetto, previsto eppure troppo sottostimato, della pandemia da Covid-19, bensì sostanzialmente l’esito di un orizzonte privo di senso e significato nel quale vivono.
Sono infatti 500.000 gli #adolescenti che rischiano di diventare #dipendenti da #internet – stando agli ultimi dati di Openpolis recentemente diffusi anche in un servizio televisivo del TG5 – e 54.000 gli ‘hikikomori’, termine giapponese che indica i giovani e giovanissimi che si #isolano nella propria stanza al punto da non volere alcun rapporto neanche coi propri #familiari. Più della metà degli adolescenti si sente incompresa ma si rifiuta di parlare coi genitori; un ragazzo su 10, tra gli 11 e i 17 anni, confessa di avere gravi dipendenze dal #cibo; 1 su 7 soffre di #depressione, ansia e disturbi comportamentali; in tanti ammettono di essere #vittime di bullismo, #cyberbullismo e marginalizzazione.
Insomma, nell’era tanto digitale e tecnocratica quanto nichilista, gli adolescenti sperimentano il vuoto dentro e intorno a sé, come la mancanza di punti fermi (quello che dovrebbero costituire ai loro occhi gli adulti, in specie genitori, insegnanti ed educatori) cui appigliarsi soprattutto nei momenti di difficoltà e insuccesso per trasformarli in opportunità per crescere e maturare.
Tale fotografia desolante della condizione di generale malessere giovanile consente di evidenziare un paradosso significativo su cui riflettere, in specie rispetto all’abuso di smartphone e social da parte degli adolescenti, per i quali da un lato ogni cosa che si sperimenta ormai esiste nella misura in cui viene postata e condivisa sui social, dall’altro invece si è sempre più egocentrati ed egoriferiti, e dunque egolatrici e nel contempo #prigionieri della propria stessa immagine, del castello di vetro che ci si costruisce storia dopo storia su Instagram.
D’altra parte i giovani sono minati persino nel profondo della propria identità fisiologica ed esistenziale dall’ipersessualizzazione ideologica dominante che li vuole fluidi e ‘gender free’, - come frequentemente denunciato nelle campagne di Pro Vita & Famiglia - senza alcuna radice neanche in se stessi, per essere sempre più influenzabili e #manipolabili dal potere ideologico per i suoi meschini scopi.
https://www.provitaefamiglia.i....t/blog/malessere-dip