Il ritiro verde dell'Europa è arrivato! I “giorni del consenso sul clima sono finiti”
L’onda #verde #europea, che ha attraversato il continente dal 2019, si è finalmente fermata, morendo sulla sabbia asciutta dell’opinione pubblica. I risultati delle elezioni europee mettono fine al Parlamento europeo più verde mai visto. Il gruppo dei Verdi – eletto cinque anni fa nel contesto dell’emergere di Greta #thunberg, degli scioperi #climatici nelle scuole e delle #proteste di Extinction Rebellion – è stato #respinto mentre cresceva il sostegno per l’estrema destra.
Il gruppo Verde/Alleanza libera europea, che negli ultimi anni aveva contribuito a trasformare in #legge ambiziose politiche #ambientali, è sceso da 74 a 53 deputati. L'autorevole rivista Foreign Policy aveva previsto che sarebbe stato un momento chiave, avvertendo: “Il momento verde dell'Europa è finito”. Il raggruppamento è scivolato dal quarto al sesto in parlamento. Come ha affermato Amelia Hadfield, responsabile della #politica presso l’Università del Surrey, questo “[rende] loro molto meno leader politici rispetto al passato, nonostante l’estrema crisi climatica che l’Europa deve affrontare”. In #germania i #verdi, che nel 2019 erano secondi con il 20,5%, sono scesi al quarto posto con il 12,8%.
Anche se drammatico – con Emmanuel #macron che ha indetto elezioni francesi anticipate sulla scia dei risultati – gli analisti dicono che questo non rappresenta un completo arretramento. L’UE ha trascorso gli ultimi cinque anni mettendo in atto un ampio pacchetto di leggi sul #clima, tra cui la legislazione Green Deal progettata per rivaleggiare con l’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti, regole per eliminare gradualmente benzina e diesel e ambiziosi obiettivi net-zero. Queste regole saranno difficili da annullare per il nuovo gruppo di destra. Il centro politico, guidato da Ursula von der #leyen, presidente della #commissione #europea, ha resistito, anche se si trova su un terreno più instabile. I prossimi cinque anni potrebbero essere segnati da una nuova battaglia sulle leggi “net-zero” e su come finanziarle, proprio nel momento in cui gli scienziati del clima affermano che tali leggi sono più necessarie.
È forte la tentazione di tracciare parallelismi tra la situazione europea e quella del Regno Unito. Dopotutto, le nostre leggi “net-zero” sono state approvate nel 2019, nel mezzo della stessa ondata verde che ha investito tutta l’Europa. Quelle leggi sono passate in parlamento senza il minimo accenno di opposizione. Nello stesso anno Boris Johnson, probabilmente il primo ministro più attento all’ambiente che la Gran Bretagna abbia avuto negli ultimi anni, fu eletto con un’ampia maggioranza.
I giorni del consenso sul clima sono finiti. Rishi #sunak ha trasformato il cambiamento climatico in una questione cruciale in queste elezioni, e la riforma di Nigel Farage sembra destinata a colmare ulteriormente questo divario. Con il ritiro di molti conservatori ambientalisti, tra cui Theresa May, Sir Alok Sharma, Michael Gove e Chris Skidmore, la Gran Bretagna è destinata ad affrontare la stessa reazione anti-verde vista nel continente?
https://www.climatedepot.com/2....024/06/11/uk-times-e