La società di robotica Deep Sea Vision (DSV) ha scritto in un comunicato stampa che un'immagine radar catturata "in una parte dell'Oceano Pacifico dove non sono noti relitti" potrebbe finalmente risolvere uno dei misteri più longevi del paese. Sembra che l'immagine del fondale oceanico rifletta l'aspetto e le dimensioni del aereo Lockheed 10-E Electra la celebre aviatrice americana Amelia Earhart.
Amelia Earhart è stata una famosa aviatrice americana ricordata ancora oggi come una vera e propria eroina americana. È considerata come uno dei più capaci e celebrati aviatori del mondo. È incarnazione di coraggio e spirito di avventura a cui sono dedicati libri e film di successo. Amelia Earhart e il suo navigatore, Fred Noonan, scompaiono nel luglio 1937 a bordo del suo bimotore Lockheed 10-E Electra e furono ufficialmente dichiarati morti il 5 gennaio 1939.
Ora, l'amministratore delegato di Deep Sea Vision, Tony Romeo, ha detto che i rottami avvistati sembravano intatti. "Abbiamo sempre pensato che lei [Earhart] avrebbe fatto tutto il possibile per far atterrare l'aereo dolcemente sull'acqua, e il profilo dell'aereo che vediamo sull'immagine radar suggerisce che potrebbe essere così", ha detto.
L’aviatrice era stata vista l’ultima volta in Papua Nuova Guinea e di lei si erano perse le tracce vicino all’isola Howland, un atollo disabitato e sperduto in mezzo al mare. L’immagine che dà buone speranze di aver ritrovato l’aereo è stata scattata a circa 100 miglia dall’isola Howland, a metà strada tra l’Australia e le Hawaii a 5.000 metri di profondità.
“Non ci sono altri incidenti noti nella zona, e certamente non di quell’epoca con quel tipo di design con la coda che si vede chiaramente nell’immagine“, ha dichiarato Romeo a Sky News, dicendosi “convinto” che si tratta dell’aereo di Earhart, nonostante la bassa qualità della fotografia.
L'azienda per adesso mantiene segrete le coordinate esatte della sua scoperta. La squadra di Romeo prevede di tornare sul posto nel 2024 o all’inizio del prossimo anno con una telecamera e un drone per indagare ulteriormente.
Altre curiositá:
Amelia Earhart era la prima aviatrice della storia americana con un bel record personale da battere. Era stata la prima donna ad attraversare l’Oceano Atlantico in volo da sola, impresa che aveva realizzato solo un uomo fino a quel momento, Charles Lindberg.
Amelia voleva fare il giro del mondo, l’impresa tenuta segreta da lei e dal marito fino all’ultimo momento, e dopo 29 giorni di volo, Earhart e Noonan atterrarono a Lae in Nuova Guinea. Tappa successiva era l'isola di Howland fra le Hawaii e l'Australia, ma in prossimità dell’Isola, Earhart e Noonan non riuscirono a stabilire correttamente il contatto con la Itasca, né a puntare bene verso l’isola per effettuare l’atterraggio. Secondo i pochi messaggi che vennero intercettati, i due non erano nemmeno nel punto di cui comunicavano le coordinate, probabilmente in balia di mappe imprecise. Cosa accadde da quel momento, non è ancora chiaro.
Non è la prima volta che si cerca di risolvere questo mistero, che per decenni ha lasciato perplessi gli americani. Tra il 2002 e il 2017 ci ha provato la società di esplorazione oceanica Nauticos, ma senza risultati.
I ricercatori dell'International Historic Aircraft Recovery Group con sede in Pennsylvania hanno affermato nel 2014 di ritenere che un pezzo di detriti scoperto su un remoto atollo del Pacifico nel 1991 provenisse dalla sua imbarcazione.
Un professore di antropologia presso l'Università del Tennessee ha dichiarato nel 2018 di ritenere che parti di uno scheletro trovato sull'isola di Nikumaroro nel Pacifico occidentale nel 1940 appartenessero a una pilota donna di 37 anni.
Decine di presunti testimoni hanno affermato di aver sentito Earhart chiedere aiuto alla radio.
All'epoca non esistevano i radar: quando Amelia smise di trasmettere alla radio sparì dal mondo. Qualche crepitìo radio fu percepito nei giorni successivi, accendendo la speranza che l'aviatrice e il suo navigatore avessero compiuto un atterraggio di fortuna su qualche atollo, ma un'enorme campagna di ricerca con 9 navi e 66 aerei non diede esito.
Sono fiorite anche le teorie complottiste. C'è chi dice che lei sia andata fuori rotta di proposito, nell'ambito di una missione americana di spionaggio, per sorvolare e fotografare basi militari giapponesi, che effettivamente esistevano.
Certo, se anche Amelia non fosse stata una spia, potrebbe essere stata ritenuta tale dai giapponesi: se fosse caduta nelle loro mani, dopo averla interrogata o forse torturata si saranno forse resi conto che lasciarla andare sarebbe stato imbarazzante, a maggior ragione se innocente. Sulla sua eventuale prigionia e uccisione per mano giapponese ci sono presunte testimonianze oculari, ma nessuna prova.
Resta da segnalare un presagio di morte della stessa Amelia, poco prima del viaggio fatale: "Quando me ne andrò", disse, "vorrei che fosse sul mio aereo. E in fretta".
E ancora: "Ho sempre avuto una sola ossessione, un piccolo e molto femminile orrore di diventare vecchia. Quindi non mi sentirò del tutto defraudata se non torno". A quarant'anni era ancora forte e bella, ma sentiva vicino il viale del tramonto. Chissà che un senso inconscio di fine non l'abbia portata a commettere – come insegna la psicoanalisi – qualche inconsapevole errore. Ipotesi indimostrata e indimostrabile, come tutte le altre.