Guerra contro la sovranità popolare: I trattati internazionali che violano i diritti fondamentali minacciano attualmente la sovranità della Svizzera. L’esempio della Confederazione mostra come il diritto dei popoli all’autodeterminazione venga combattuto a livello globale.
Sullo stato dei trattati OMS: L'Assemblea Mondiale della Sanità ha adottato la revisione del Regolamento sanitario internazionale. In futuro il direttore generale dell’OMS potrà dichiarare una pandemia al minimo sospetto. Il voto sul patto pandemico è stato rinviato al prossimo anno.
Come previsto, i negoziati tra la Svizzera e l’UE sono in fase di stallo. La Svizzera vorrebbe poter limitare la propria immigrazione inserendo una clausola protettiva nel nuovo pacchetto contrattuale con l'UE. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen respinge questa richiesta. In altri settori restano ancora molte questioni aperte da chiarire: che si tratti della protezione salariale, dell'elettricità o del contributo alla coesione che la Svizzera deve fornire all'UE.
Quindi le trattative continueranno.
Intanto è in corso la raccolta firme per la “Sovereignty Initiative”, che è diretta contro tutti i trattati internazionali che violano i diritti fondamentali, compreso il nuovo accordo quadro dell’UE. Inoltre, un gruppo di imprenditori svizzeri ha recentemente lanciato l'Iniziativa Compass, il cui fulcro è principalmente l'accordo quadro. Lo scopo dell'iniziativa è consentire alla popolazione e agli Stati svizzeri di votare sui nuovi trattati dell'UE.
Mi riservo il diritto di scrivere in dettaglio in un secondo momento sullo stato attuale dei contratti dell'OMS e dell'accordo quadro con l'UE. Ho anche intenzione di effettuare un'analisi del Patto per il futuro delle Nazioni Unite in corso. Ma basta con le parole sconclusionate. Spero che la lettura vi piaccia e che possiate acquisire nuovi spunti.
Il governo e il parlamento svizzero vorrebbero obbedire anticipatamente al patto pandemico, alla revisione del regolamento sanitario internazionale dell'OMS e ad un accordo quadro con l'UE. Il beneficiario è un’élite transnazionale che ha dichiarato guerra allo Stato nazionale e vuole depotenziarlo a favore di organizzazioni sovranazionali. Lo Stato nazionale, in quanto unico garante dei diritti fondamentali e civili, rischia di dissolversi, e non solo in Svizzera.
Non sorprende che né la NATO, né l’UE e l’OMS abbiano alcun interesse a una Svizzera indipendente. Ancora più notevole è il comportamento remissivo della classe politica svizzera, che cede anche alla minima pressione proveniente dall’estero. Sta segando il ramo su cui è seduta. Quo vadis, Elvezia?
“European Sky Shield”: neutralità liberata per il lancio
Il 10 aprile 2024 il governo federale svizzero ha approvato la dichiarazione di adesione alla “European Sky Shield Initiative” (ESSI). Il focus della cooperazione è "un migliore coordinamento dei progetti di approvvigionamento, della formazione e degli aspetti logistici nel settore della difesa aerea a terra", si legge nel comunicato stampa del Consiglio federale.
Lo scopo dell'iniziativa è un ombrello protettivo monitorato via satellite nello spazio aereo europeo. Questo non dovrebbe essere messo in funzione prima del 2025. Lo scudo protettivo servirà principalmente a difendersi da missili e droni.
Il Dipartimento svizzero della difesa (DDS) ha osservato che non esiste alcun piano per unire i sistemi di difesa aerea degli Stati membri dello Sky Shield. Si tratta piuttosto di coordinarli meglio con l’obiettivo di rafforzare l’intera difesa dello spazio aereo europeo. Il DDPS vede anche ulteriori vantaggi: attraverso l'iniziativa Sky Shield, l'acquisto e la manutenzione della difesa aerea potrebbero essere coordinati con gli Stati membri e, se necessario, messi in comune.
La VBS potrebbe risparmiare denaro attraverso sconti sulla quantità. Si sta discutendo anche della formazione congiunta nella difesa aerea.
Il 7 luglio 2023 la ministra della difesa Viola Amherd ha firmato la dichiarazione d’intenti per l’adesione della Svizzera all’ESSI e un’ulteriore dichiarazione in cui si registrano riserve sulla politica di neutralità. Queste riserve includono, tra le altre cose, che è esclusa qualsiasi partecipazione o coinvolgimento in conflitti militari internazionali.
È dubbio che ciò accadrà in caso di emergenza. All’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il governo svizzero ha annunciato che non avrebbe imposto alcuna sanzione contro la Russia. Poco dopo la Svizzera ha adottato le sanzioni dell’UE contro la Federazione Russa. L’esperienza insegna che basta una minima pressione dall’estero, soprattutto da parte di USA e UE, perché i politici svizzeri capitolino.
L’adesione alla “European Sky Shield Initiative” deve essere intesa come una misura “sdrucciolevole” nel quadro di una politica di integrazione della NATO. Ci saranno sicuramente avvocati della NATO o europeisti che affermeranno che ciò non viola la neutralità svizzera. Tuttavia, la direzione rimane chiara: si riduce all’adesione alla NATO.
Del resto l’ ufficio della NATO appena aperto a Ginevra e lo “Schengen delle forze armate” di cui parla Amherd vanno nella stessa direzione. Amherd e i suoi colleghi sono sulla buona strada per distruggere completamente il prestigio della politica estera svizzera, costruito nel corso dei secoli.
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