Il danno che possono creare le fake news

Il Corriere spara la bomba che l’Antartide diventa sempre più verde per colpa del riscaldamento globale, poi vai a leggere e scopri che si tratta dello zero virgola nulla.

Lo scopo di una fake news è diffondere una falsità al fine di disinformare e supportare un’opinione o una tesi che non starebbero in piedi da sole. Ma l’efficacia di una fake news, cioè il “danno” che la stessa può creare a livello di disinformazione non è sempre uguale.

Il “danno” è infatti direttamente proporzionale a due fattori: il primo fattore è la verosimilità della notizia, cioè la credibilità che la stessa può avere presso il pubblico. Il secondo fattore è la fonte che la diffonde; nel senso che tanto più autorevole e credibile è la fonte, tanto maggiore sarà la diffusione e la visibilità che avrà la fake news e quindi il “danno” che potrà creare.

Per chiarire ulteriormente il concetto, vi faccio un esempio.Se un blogger sconosciuto scrivesse su un social che Aldo Moro fu rapito e ucciso dai Rettiliani, solo poche decine di idioti ci crederebbero. Ma se il Corriere della Sera,cioè il più prestigioso quotidiano nazionale titola (come fece il 17 novembre 2020): «Melania Trump, divorzio da 50 milioni: verso l’addio a Donald» la notizia è ritenuta credibilissima e infatti convinse milioni di persone. E non solo perché presentava un’ipotesi verosimile ma anche perché la fonte da cui proveniva, era considerata “al di sopra di ogni sospetto”.

Di conseguenza tale fake colossale ebbe per settimane un enorme riscontro sui social anche perché fu rilanciata acriticamente da molte altre testate e media nazionali con l’evidente scopo di gettare discredito su Trump.

Ma la “vera arte” delle grandi testate giornalistiche e mediatiche in generale, cioè di quella chi io definiscola “stampa igienica” va oltre. Ed è la capacità di fare disinformazione scrivendo la verità.

Prendete l’articolo del Corriere della Sera che troverete in foto (si, sempre loro). Nel titolo si legge:«Antartide sempre più verde per il riscaldamento globale: in 35 anni la vegetazione è aumentata di oltre dieci volte».

Cosa recepite voi da questo titolo? Che una vastissima parte del Polo Sud sia diventata in breve tempo una specie di grande pascolo o un enorme campo da Golf. Giusto?

Ed evidentemente lo è diventato per colpa del “gloBBall Uorming”, cioè per colpa nostra. Perché è colpa di noi boomers egoisti che non pensiamo al futuro di Greta e del “Pianetah”, di noi occidentali, bianchi, eterosessuali, capitalisti, fascisti, razzisti e patriarcali, di noi che ci ostiniamo ad andare in giro con la Panda diesel euro 4, che vogliamo mangiare la fiorentina cotta sulla brace, che pretendiamo 22 gradi in casa in estate e in inverno, che ci facciamo una doccia calda al giorno e a volte “addirittura” prendiamo pure la RyanAir per andare in vacanza in Egitto!

Questo è il messaggio che vogliono far passare perché sanno (statistiche alla mano) che il tasso di “click”-cioè di coloro che sui social vanno oltre al titolo e aprono l’articolo- è inferiore all’1%.

Ma io faccio parte di quell’1% e ho aperto e letto l’articolo, che recita:
«L’Antartide, il continente “bianco”per eccellenza, sta diventando sempre più verde a causa dell’espansione della vegetazione dovuta al riscaldamento globale. Lo ha scoperto uno studio basato sulle immagini raccolte dai satelliti Landsat tra il 1986 e il 2021[…] In alcune isole settentrionali della Penisola antartica prospicenti alla Terra del fuoco tra 62 e 64 gradi Sud (sotto il Circolo polare antartico, una latitudine nell’emisfero Nord paragonabile a quella della Norvegia centrale) nel periodo preso in considerazione la zona coperta da vegetazione è passata da 0,863 chilometri quadrati a 11,947 kmq, una superficie che a un esame superficiale appare minima ma che corrisponde a un incremento di quasi 14 volte».

Ma guarda, guarda… allora non si sta parlando di tutto il territorio dell’Antartide, ma di una minima parte di esso “in alcune isole settentrionali”. Preso dalla curiosità, mi sono quindi informato un po’ di più e leggete cosa ho “scoperto”!

Ho “scoperto” che il Polo Sud ha una superficie totale di 14.200.000 km² della quale quella ricoperta da ghiacci è pari a 13.829.430 km², cioè a circa il 97,4% mentre la superficie con vegetazione è di circa 370.570 km², corrispondente al 2,6% della superficie totale. Quindi se la zona coperta di vegetazione è aumentata dal 1986 al 2021 di 11,084 kilometri quadrati (11.947-0,863) significa che la parte ricoperta da ghiacci è passata da 13.829.441 a i 13.829.430 ai km²attuali cioè è diminuita dello (tenetevi) dello 0,00008%! Diconsi lo zerovirgolazerozerozerozerootto percento! Probabilmente una percentuale inferiore anche al tasso di errore nelle misurazioni.

In sintesi usando il mio “miglior francese”: ma di che cazzo stiamo parlando?

Comunque sto aspettando fiducioso un bel debunking dell’articolo del Corrierone con tanto di alert “CONTESTO MANCANTE” da parte del “prode Puente”, il Ministro della Verità di Mentana, quello ingaggiato da Zuckerberg per combattere le “feich niuuusss”.

Ma temo che prima che arrivi farà in tempo a sciogliersi tutto il ghiaccio del Polo Sud!
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stella

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