Auto aziendali elettriche obbligatorie dal 2030?
L'UE sta pianificando profondi cambiamenti nel settore automobilistico. Dal 2035 l'UE intende vietare la vendita di nuovi motori a combustione interna e dal 2030 tutte le auto aziendali nell'UE dovranno essere a zero emissioni. Questo programma è sostenuto da risorse finanziarie della Commissione Europea, specificatamente destinate alle ONG. L'obiettivo è quello di influenzare il comportamento di voto dei parlamentari dell'UE a favore dell'elettromobilità
Fondi UE per le organizzazioni di lobby:
Nell'ambito del programma LIFE del quadro di bilancio dell'UE, l'agenzia esecutiva CINEA ha concluso contratti con ONG ambientaliste. Queste organizzazioni, ufficialmente considerate senza scopo di lucro, utilizzano i fondi per far valere le proprie posizioni nel dibattito politico. Ogni anno, somme a sei cifre vengono versate dalla Commissione Europea a ONG come “ClientEarth” e “European Environmental Bureau” (EEB).
Questi fondi vengono utilizzati, tra le altre cose, per influenzare i parlamentari dell'UE e per fare pressioni contro progetti specifici come l'accordo sul Mercosur.
Ciò che è particolarmente esplosivo è che gli accordi con le ONG talvolta includono il mandato di adottare misure contro le posizioni ufficiali della Commissione stessa. I critici accusano la Commissione di minare la sua neutralità e la separazione dei poteri.
Obbligo elettrico per tutte le auto aziendali previsto dal 2030:
Anche l'organizzazione Transport & Environment (T&E) svolge un ruolo centrale in questo dibattito. Secondo una ricerca, nel 2023 T&E ha ricevuto una sovvenzione di 700.000 euro dalla Commissione UE. Questi fondi sono stati utilizzati per promuovere l’agenda “Auto circolari e a emissioni zero”. L'obiettivo di questa iniziativa è introdurre entro il 2030 nelle flotte aziendali di tutti gli Stati membri dell'UE esclusivamente veicoli a emissioni zero.
I critici lamentano il fatto che la Commissione Europea classifichi solo le auto elettriche come a zero emissioni, indipendentemente dal loro effettivo bilancio di CO₂. Ciò consentirebbe di bandire dalle flotte i veicoli ibridi, diesel e benzina prima del divieto ufficiale del 2035.
La ONG “ClientEarth”, finanziata anch’essa dall’UE, in passato ha fatto notizia per le cosiddette cause legali sul clima contro i veicoli diesel e benzina. Si dice che anche l'ente tedesco per l'ambiente (DUH), noto per le sue campagne contro il diesel, abbia beneficiato di tali fondi.
Controversia sull'influenza:
I sostenitori, soprattutto quelli provenienti dalle fila della SPD e dei Verdi, difendono l’operato della Commissione europea. Sostengono che il sostegno finanziario alle ONG ambientaliste crei un contrappeso alla potente lobby dell'automobile. William Todts, responsabile di T&E, ha sottolineato che l'organizzazione è indipendente e impegnata a promuovere una concorrenza leale. Anche il sostegno finanziario fornito dal programma “LIFE” è significativamente inferiore agli importi utilizzati dalla lobby dell’automobile, del petrolio e dell’aviazione.
Tuttavia, le voci critiche sottolineano che queste misure avvantaggiano principalmente le aziende internazionali. Secondo gli esperti, a trarne vantaggio saranno in particolar modo i produttori cinesi come BYD, che potranno offrire veicoli elettrici a prezzi più bassi rispetto ai concorrenti europei. Anche aziende come Volvo e Polestar, appartenenti al gruppo cinese Geely, traggono vantaggio dalla strategia dell'UE. Nel 2022, il CEO di Polestar, Thomas Ingenlath, ha addirittura chiesto che il divieto sui motori a combustione interna venisse introdotto prima, per accelerare lo sviluppo del mercato delle auto elettriche.
Conseguenze politiche richieste:
Niclas Herbst (CDU), relatore della commissione per il controllo dei bilanci, critica l'influenza mirata delle ONG sui parlamentari dell'UE. Egli ritiene che ciò costituisca una violazione della separazione dei poteri. Secondo Herbst, non dovrebbe essere consentito alle organizzazioni di influenzare i politici con bozze di risoluzione. La commissione per il controllo dei bilanci, in collaborazione con la Corte dei conti europea, sta esaminando come regolamentare meglio questo tipo di lobbying.
La Commissione europea ha annunciato che riesaminerà i trattati esistenti. Tuttavia, queste nuove scoperte sollevano interrogativi fondamentali sull'indipendenza delle decisioni politiche. L'UE prevede di presentare a breve una relazione finale per creare una regolamentazione trasparente.
fonte