Esodo di massa dalle alleanze climatiche: investitori e attori politici fanno marcia indietro. Tutto questo significa che i molti sforzi compiuti da persone che si impegnano a livello mondiale per la salvaguardia dell'ambiente sono stati improvvisamente vani? Certamente non così d'improvviso.
Guardate come il movimento per il clima sia stato costruito dai più grandi distruttori dell'ambiente e installato fin dall'inizio come parte di un gigantesco modello di business. Scoprite come gli ambientalisti onesti siano stati abilmente messi da parte affinché i criminali ambientali senza scrupoli possano continuare la loro opera distruttiva senza ostacoli. Rimarrete sorpresi!
A gennaio del 2025, anche BlackRock, il più grande gruppo finanziario del mondo, si è ritirato dall'alleanza “Net Zero per il clima”, seguendo le sei maggiori banche statunitensi. La banca centrale più potente del mondo, la Federal Reserve, è uscita dalla "Rete del sistema finanziario verde". Allo stesso tempo, il nuovo Presidente Trump ha annunciato che punterà di nuovo interamente sui combustibili fossili. [Donald Trump: "Trivelleremo, ragazzi, trivelleremo!"
Di fronte a fenomeni meteorologici estremi, molti giovani si impegnano in “movimenti per il clima”, come Fridays for Future o Extinction Rebellion. A loro, il ritiro degli investitori da questa causa deve sembrare un vero ceffone. Per inquadrare meglio gli eventi attuali, diamo anzitutto uno sguardo alle origini di questo movimento.
1. La nascita del movimento per il clima
Nel 2006, il politico e imprenditore statunitense Al Gore scosse il pubblico mondiale con il suo documentario "Una scomoda verità". In questo lungometraggio dipinge uno scenario apocalittico a causa dal riscaldamento globale provocato dall'uomo. Gore è un multimilionario ed è stato il 45° vicepresidente degli Stati Uniti durante la presidenza di Bill Clinton.
Al Gore aveva postulato nel luglio 2008: “La nostra rotta attuale non è più sostenibile. Gli scienziati in tutto il mondo [...] ci dicono che potrebbero rimanere meno di 10 anni per fare ancora dei cambiamenti drastici, allo scopo di prevenire gli impatti catastrofici della crisi climatica. […] E l'unica scelta responsabile è affrontare il problema alla radice, ovvero l’impiego dei combustibili fossili".
Da questo momento, tutti miravano alla riduzione delle emissioni di CO2 in quanto “causa di tutti i mali”. Le spese in PR [pubbliche relazioni], sostenute da Al Gore per conquistare l'opinione pubblica, sono stimate in 300 milioni di dollari nel solo anno 2009. Insieme ad altri, anche Al Gore ha fondato organizzazioni per formare i cosiddetti “climate leader” [i “leader climatici” – personaggi o iniziative di spicco a favore della protezione del clima]. Da queste organizzazioni sono nati movimenti come Fridays for Future o Extinction Rebellion. Vennero creati e sostenuti idoli come Greta Thunberg, Luisa Neubauer e Alexandria Ocasio-Cortez, insieme a una grande “rete climatica”.
2. Le nuove tecnologie come modello di business dei super-ricchi
Il pubblico mondiale ha evinto l’impressione che fossero stati proprio gli attivisti, come Greta Thunberg, a fare pressione sui politici, grazie alle loro proteste tumultuose. Ma questa percezione del pubblico è corretta?
Anni prima dell’entrata in scena di Greta Thunberg, la Banca Mondiale e il WEF stavano già spianando la strada per una nuova "politica climatica". Molto prima delle proteste per il clima, vari giganti della finanza stavano già versando centinaia di miliardi in fondi di investimento a favore di "aziende per il clima", spesso prive di valore, per espandere le loro capacità produttive. Così, al momento giusto erano già pronte per fare grandi affari e presentarsi come leader del mercato.
Sorprendentemente, i politici si sono attivati appena dopo il primo sciopero scolastico di Greta, avvenuto nell'agosto del 2018. Ad esempio, già il 17 ottobre 2018, l'allora Presidente dell'UE Juncker firmò una lettera di intenti con un fondo di investimento per l’energia pulita di nome Breakthrough Energy Europe – con un pacchetto iniziale di 100 milioni di euro. Le super-ricche aziende associate dovevano ottenere così un accesso privilegiato ai finanziamenti dell'UE. Il fondatore del fondo di investimento Breakthrough Energy è nientedimeno che Bill Gates. Altri membri sono i super-ricchi Mark Zuckerberg di Facebook, Julian Robertson del gigante degli hedge fund Tiger Management, David Rubenstein, il fondatore del Carlyle Group, George Soros, Jack Ma di Alibaba e altri ancora.
Il mercato delle "tecnologie climatiche" è stato costantemente ampliato dall'UE. Nel febbraio 2019, Juncker ha proposto di spendere un euro su quattro del bilancio dell'UE dal 2022 al 2027 “per contrastare i cambiamenti climatici”.
Si evince l’impressione che i politici abbiano creato a tavolino un mercato molto redditizio per le "tecnologie climatiche" dei grandi player. E questi sono stati favoriti su ben due fronti: beneficiavano dai finanziamenti dell'UE, mentre approfittavano anche dall'elevata domanda per i loro prodotti. L'UE promuove questa domanda attivamente, spingendo gli Stati in modo aggressivo verso le tecnologie “pulite” come l'energia eolica, l'energia solare e la mobilità elettrica. Dai termini diffusi come “impronta ecologica” o “bilancio CO2” si vede che la CO2 ormai è considerata la chiave del nostro futuro. In breve, la CO2 ha assunto il ruolo di una nuova valuta sui mercati azionari.
Fin dall'inizio, la riduzione della CO2 è stata identificata come unica causa di praticamente tutti i mali. Leggiamo sempre gli stessi titoli per qualunque fenomeno meteorologico: "È colpa del cambiamento climatico! Dobbiamo ridurre la CO2!" Come mai non si prendono nemmeno lontanamente in considerazione altre cause per le gravi inondazioni e gli incendi devastanti? Peggio ancora, le voci della comunità scientifica e degli esperti che mettono in discussione questo diffuso credo, vengono taciute dai media ufficiali.
Per esempio, ci sono innumerevoli brevetti che dimostrano quanto ormai sia facile creare disastri meteorologici a tavolino. Anche i pesanti danni all'ambiente, come la deforestazione per l'estrazione di materie prime o l'espansione dei parchi eolici, non vengono quasi mai messi in discussione. L'attenzione focalizzata sul "cambiamento climatico" causato dalla sola CO2 fa sì che la distruzione dell’ambiente naturale passi quasi inosservata. Il "cambiamento climatico" ci viene invece presentato come tanto grave quanto la distruzione dell’ambiente.
Ma torniamo alla politica: anche Ottmar Edenhofer conferma che la politica climatica non ha mai mirato alla protezione dell'ambiente, bensì a dei biechi interessi economici. Edenhofer è direttore e capo economista dell’Istituto per la ricerca sugli impatti climatici di Potsdam: "... Bisogna notare che con la politica climatica attuale stiamo di fatto ridistribuendo la ricchezza nel mondo. […] Dobbiamo uscire dall'illusione che la politica climatica internazionale sia una politica per l’ambiente. Non ha quasi nulla a che fare con la tutela ambientale e con problemi come la deforestazione o il buco nell'ozono".
La mia conclusione fino a qui: Mentre le mega-corporazioni e i mega-miliardari si battono ufficialmente per la “sostenibilità” e per il “clima”, allo stesso tempo realizzano enormi profitti.
3. L’esodo di massa dalle alleanze climatiche
Ora torniamo all'inizio, all’uscita di BlackRock e Co. dall'alleanza per il clima. La domanda che sorge spontanea è: COME MAI i maggiori investitori ormai prendono le distanze dalle "tecnologie verdi" e puntano invece sull'energia nucleare? E COME MAI il Presidente Trump ora vuole di nuovo puntare sui combustibili fossili? Di colpo, non si preoccupano più dell'ambiente? O forse non l’hanno mai fatto?
L'esperto finanziario e analista Ernst Wolff fornisce una spiegazione molto plausibile.
[Ernst Wolff:] "La nuova agenda è legata all'intelligenza artificiale. È interessante notare che il World Economic Forum di quest'anno a Davos, si svolga all'insegna della "Cooperazione nell'era intelligente", vale a dire che si occupa in primis dell’intelligenza artificiale. Dell'intelligenza artificiale si parla molto ultimamente, soprattutto qui in Svizzera, in tutte le notizie che riguardano il WEF.
E non viene mai dipinta come minaccia, ma come un’occasione di creare nuovi posti di lavoro. Quindi non dobbiamo preoccuparci – in verità, è l'esatto contrario". […] “I più potenti hanno ovviamente un forte interesse a promuovere l’intelligenza artificiale, perché con essa c'è da guadagnare una montagna di denaro. È curioso che BlackRock si sia appena ritirata dall'iniziativa Net Zero delle Nazioni Unite. Questo è dovuto al fatto che ora nel focus non c’è più il cambiamento climatico, ma l'energia nucleare.
E le centrali nucleari non possono essere costruite in quattro quattr’otto, ci vogliono molti anni prima che possano fornire energia. Quindi, nel frattempo dobbiamo puntare per forza sui combustibili fossili. Puntando su quelle, l'agenda climatica dev’essere abbandonata. Ma è interessante notare che nessuno di questi player abbia mai suggerito di abolire la tassa sulla CO2. Così continueranno ad arricchirsi senza ritegno, e naturalmente vedremo che il WEF fornirà loro una qualche giustificazione ideologica ".
4. Il fabbisogno energetico per l'intelligenza artificiale e la sua sostenibilità
La sostenibilità dell'intelligenza artificiale è oggetto di un acceso dibattito tra le aziende coinvolte. Il 26 novembre 2024, al sito web di Al Gore è stato pubblicato un documento che fa il punto della situazione.
"Secondo una stima, il GPT-4 di OpenAI [un applicativo dell’intelligenza artificiale per creare testi complessi come sceneggiature, canzoni, ecc.] ha bisogno di 50 gigawattore (GWh) di energia elettrica per il proprio addestramento – l'equivalente del consumo annuale di una piccola città. […] I modelli di intelligenza artificiale richiedono centri di calcolo sempre più potenti. […] Secondo Mark Zuckerberg, per far funzionare un singolo centro di calcolo potrebbe essere necessaria un'intera centrale elettrica. […] L'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA) prevede che la domanda di energia dal 2022 al 2026 raddoppierà, o quasi. Tuttavia, esistono altre previsioni ancora più drastiche. [...]"
Anche la sua conclusione è molto illuminante:
"A dire il vero, riteniamo molto improbabile che un fornitore di servizi cloud possa frenare l'espansione dei propri impianti per mantenere degli obiettivi climatici. Dopo tutto, si ritengono concorrenti nella corsa per creare un "dio digitale", e quindi, per loro, il rischio di non ingrandirsi in tempo supera di gran lunga i rischi di un piano troppo ambizioso".
Ecco il motivo per cui i più potenti stanno cambiando idea sulle energie alternative: L'"energia verde" non basterebbe mai per l'espansione di una rete digitale globale e per il fabbisogno dell'intelligenza artificiale.
Facciamo di nuovo un riassunto:
1) Si terrorizzano le persone con un allarme climatico basato sul livello di CO2.Le società di pubbliche relazioni dei ricchi lobbisti come Al Gore creano idoli mediatici come Greta Thunberg e altri. Il movimento per il clima viene presentato come “voce del popolo” nei confronti dei politici.
2) I politici si precipitano ad emanare leggi per ridurre la CO2, creando un enorme mercato per le "tecnologie verdi" ufficialmente caldeggiate.
I trionfatori: le mega-corporazioni che tempo addietro avevano "casualmente" investito miliardi proprio in queste tecnologie. E sono pure doppiamente fortunati: guadagnano con i loro prodotti e al contempo ricevono dei bei sussidi dalle casse pubbliche.
3) Il finto impegno ecologico dei maggiori player diventa evidente quando si tratta dei loro progetti preferiti, come l'intelligenza artificiale.
Non importa se il fabbisogno energetico e le spesso citate emissioni di CO2 aumentino poi a dismisura. Non importa la distruzione ambientale causata dal disboscamento, l’inquinamento dell'acqua e del suolo da parte delle miniere di terre rare, ecc. ecc. Per non mettere a rischio la rivoluzione digitale, ogni mezzo vale. Alleanze per il clima? Solo finché servono agli interessi di investitori senza scrupoli.
4) Si vede quindi che alle cerchie più influenti, della tutela dell'ambiente non gliene è mai importata veramente. L'obiettivo del complesso della finanza digitale è la creazione di un “dio digitale”. Il pubblico viene distratto con discussioni secondarie, come la questione se l'energia nucleare e fossile o le energie rinnovabili siano migliori per “proteggere il clima”. Così, gli insaziabili consumatori principali delle risorse energetiche rimangono nell’ombra, senza destare sospetti.
La nostra conclusione: il "movimento per il clima" è inefficace e viene abusato dai politici e dai maggiori gruppi finanziari per i propri interessi.
Quando le persone si renderanno conto chi sono i veri responsabili dello spietato sfruttamento della natura, faremo un passo decisivo verso un’autentica tutela dell'ambiente. Non lasciatevi più strumentalizzare: informatevi senza paraocchi!