La Finlandia ha presentato un piano per ampliare l'uso dei dati biometrici, sulla base di una nuova proposta del Ministero degli Interni del Paese.
Mentre la spinta a introdurre varie forme di sorveglianza biometrica avanzata, tra cui quella che incorpora il riconoscimento facciale, sta guadagnando slancio in paesi di tutto il mondo, lo stesso vale per la resistenza dei sostenitori dei diritti civili e della privacy, il che fa sì che oggigiorno tali iniziative raramente passino inosservate.
Il Ministero degli Interni finlandese ha annunciato sul suo sito web che la proposta mira a modificare le norme esistenti sui dati biometrici conservati dalla polizia e dal servizio immigrazione, ovvero quelli conservati nelle carte d'identità dei cittadini finlandesi e nei registri contenenti i dati biometrici degli stranieri.
Il governo afferma che l'intento non è solo quello di rafforzare la prevenzione della criminalità, ma anche di "migliorare le condizioni per l'uso della biometria nelle forze dell'ordine".
Oltre alla raccolta di dati catturati dai dispositivi di riconoscimento facciale, la proposta include campioni di DNA e impronte digitali prelevate dai sospettati. Il processo consiste quindi nel tentare di abbinare questi dati biometrici ad altri tipi già contenuti nei database delle forze dell'ordine, per "scopi di prevenzione del crimine e investigativi".
I gruppi che seguono da vicino questo sviluppo mettono in guardia su alcuni dei problemi che emergono di continuo in occasione di simili sforzi legislativi: la formulazione che consente un futuro "mission creep" - così come il livello insoddisfacente di disposizioni che garantirebbero contro qualsiasi abuso di informazioni personali così altamente sensibili.
Attualmente, la proposta finlandese deve ancora essere presentata ai legislatori: il Ministero degli Interni sta cercando commenti prima che ciò possa accadere. E mentre l'annuncio della proposta entra nell'intento che la guida, è scarso di dettagli riguardo all'elefante nella stanza: le garanzie sulla privacy.
Il sito web del Ministero afferma che, se modificato, il regolamento sui dati biometrici "potrebbe" essere a disposizione delle forze dell'ordine per "prevenire pericoli significativi per la vita, la salute o la libertà e per prevenire, scoprire e investigare i crimini più gravi".
La proposta è una sorta di lezione magistrale di formulazione vaga: tante cose possono rientrare nella semplice definizione di un pericolo come “significativo” e in categorie così ampie come “libertà”.
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