Il fast food è davvero cibo vero?

Il "Museo del fast food" di Health Ranger, vecchio 11 anni, rivela una scioccante mancanza di decomposizione.

Per oltre un decennio, il difensore della salute e giornalista investigativo Mike Adams, noto come Health Ranger, ha curato una collezione bizzarra ma rivelatrice: un "museo del fast food" che ospita hamburger, patatine fritte e nuggets di grandi catene come McDonald's, Burger King e Taco Bell. La parte scioccante? Dopo 11 anni, questi articoli non mostrano segni di muffa o decomposizione, sollevando seri interrogativi su cosa contenga esattamente il fast food.

L'esperimento - il fast food che sfida la natura:
Nel 2014, Adams acquistò una serie di prodotti da fast food – Big Mac, nuggets di pollo, filetti di pesce e altro – e li conservò in contenitori sigillati. A differenza della materia organica, che si decompone in pochi giorni o settimane, questi pasti trasformati rimasero stranamente intatti.

"Niente è ammuffito. Niente è marcito",ha rivelato Adams in una recente trasmissione. "Non li ho essiccati né trattati, li ho solo lasciati in magazzino. Eppure, sono quasi uguali al giorno in cui li ho comprati."

Al contrario, Adams ha sottolineato come persino i contaminanti atmosferici provenienti dalle scie chimiche (come analizzato in un esperimento separato) favorissero la rapida formazione di muffa. "Quello che cade dal cielo marcisce più velocemente di un hamburger di McDonald's", ha osservato.

Conservanti chimici o qualcosa di peggio?
La mancanza di decomposizione suggerisce che questi alimenti siano ricchi di additivi sintetici e conservanti che ne impediscono la degradazione naturale. Adams sostiene che questo solleva segnali d'allarme sui loro effetti a lungo termine sulla salute:
- Ingredienti di laboratorio:molti prodotti del fast food contengono stabilizzanti artificiali, emulsionanti e oli sintetici che resistono all'attività microbica.
- Mancanza di valore nutrizionale:se i batteri e i funghi non lo consumano, il corpo umano può metabolizzarlo correttamente?
- Rischi per la salute a lungo termine:il consumo regolare di alimenti ultra-processati è stato collegato a obesità, diabete e infiammazioni.

Un appello alla trasparenza e al cibo vero:
L'esperimento di Adams sottolinea un movimento crescente che chiede trasparenza nella produzione alimentare. "Se il tuo 'cibo' non si decompone, non è vero cibo",afferma. Le sue scoperte sono in linea con gli studi che dimostrano che il fast food contiene spesso sostanze chimiche industriali come il TBHQ (terz-butilidrochinone), un conservante a base di petrolio associato a rischi per la salute.

Mentre Adams si prepara ad esaminare al microscopio i campioni risalenti a dieci anni fa, il suo messaggio è chiaro: "Le persone devono chiedersi cosa stanno realmente mangiando e se vale la pena di consumarlo con comodità".

Considerazione finale:mentre le catene di fast food decantano convenienza e gusto, il museo di Adams è un promemoria agghiacciante: il cibo vero si deteriora. Se il tuo non lo fa, potrebbe non essere cibo.
fonte


stella

1010 blog messaggi

Commenti