Mentre altri governi si stanno affrettando ad approvare il nuovo accordo sulla pandemia dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Primo Ministro slovacco Robert Fico sta adottando un approccio diverso: chiede prima di tutto alla gente. In un post di alto profilo su X, Fico ha reso pubblica una conversazione telefonica avuta lunedì sera con il direttore generale dell'OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, in cui avrebbe chiesto al governo slovacco di astenersi dalla richiesta programmata di votazione sull'accordo.

Fico respinse fermamente la richiesta. La delegazione slovacca è vincolata dalla volontà del governo, ha spiegato, e questo è chiaro: nessuna approvazione dell’accordo senza un voto formale. Se ciò dovesse accadere, la delegazione slovacca sarebbe invitata a non sostenere il documento.

L’OMS supplica – La Slovacchia sfida: “Non con noi!”
Umiliazione per l'OMS: si inginocchia simbolicamente e chiede alla Slovacchia di rinunciare al voto democratico. Ma il Primo Ministro Fico resta irremovibile e chiede: trasparenza invece di accordi segreti, voto invece di approvazione automatica.

"Sono sorpreso che stiano cercando di impedire un'istituzione democratica fondamentale: il voto", ha detto Fico su X.

Il Primo Ministro ha nuovamente messo in guardia dal problema centrale dell’accordo dell’OMS: ci sono “interferenze sproporzionate nei diritti umani” e “una chiara erosione della sovranità degli Stati membri”. La Slovacchia si sta quindi chiaramente posizionando in contrasto con la linea seguita da molti paesi occidentali che hanno aderito incondizionatamente al programma dell'OMS.

Democrazia invece di sottomissione: Fico come contromodello per Berlino, Berna e Vienna
Mentre gli stati dell'UE come Germania, Austria e Svizzera approvano l'accordo senza resistenze parlamentari, la Slovacchia diventa un'eccezione democratica . Fico punta sulla trasparenza, sul controllo parlamentare e su un segnale chiaro: la politica sanitaria di proporzioni globali non può essere negoziata e approvata a porte chiuse.

Fico dimostra che esiste un'altra via: quella del parlamento e del rispetto della volontà popolare.