L'UE intende controllare il consumo di acqua

Bruxelles punta su monitoraggio e regolamentazione del consumo di acqua, con conseguenze di vasta portata per la libertà.

L'Unione Europea sta pianificando cambiamenti radicali nell'uso dell'acqua. Una strategia globale per ridurre il consumo idrico dovrebbe essere messa in atto entro l'estate. Ufficialmente, la Commissione giustifica il suo approccio con le conseguenze del cambiamento climatico. Ma le misure previste vanno oltre la mera tutela ambientale: prevedono un controllo centralizzato e restrizioni individuali.

Il consumo di acqua come leva di controllo politico:
Quella che sembra una risposta necessaria alla siccità si rivela, a un esame più attento, un'agenda di vasta portata. Vecchie bozze di risoluzione mostrano che l'UE si sta deliberatamente concentrando sul razionamento e sul monitoraggio digitale del consumo idrico. L'obiettivo è una nuova forma di gestione che ponga sotto stretto controllo non solo le famiglie, ma anche l'industria e l'agricoltura.

Jessika Roswall, Commissaria europea per l'Ambiente, lo afferma chiaramente:"Industria, agricoltori e anche noi consumatori dobbiamo essere tutti consapevoli che l'acqua è una risorsa finita". Questa affermazione serve a giustificare interventi che investono profondamente la vita quotidiana. In combinazione con i sistemi di misurazione digitali, emerge uno scenario di controllo completo.

Sorveglianza digitale e nuove normative:
Una relazione della Commissione UE per l'ambiente, i cambiamenti climatici e la sicurezza alimentare fornisce i primi spunti sulle misure previste. Oltre alla rilevazione del consumo idrico privato, vengono proposti anche incentivi finanziari per nuove tecniche di irrigazione. La cosiddetta "resilienza idrica" ​​verrà rafforzata attraverso innovazioni tecniche e una cooperazione trasversale.

Particolarmente controverso è il riutilizzo delle acque reflue trattate nelle industrie con un elevato fabbisogno idrico. È inoltre previsto un sistema di incentivi per promuovere la cooperazione intersettoriale. Il controllo del consumo idrico rimane un obiettivo costante e sta diventando un nuovo principio guida della politica ambientale europea.

Logica di crisi uniforme invece di diversità di soluzioni:
Come per la politica climatica e la pandemia di coronavirus, Bruxelles sta ricorrendo a uno schema familiare quando si tratta di questioni idriche: le sfide globali giustificano interventi centralizzati. Le specificità nazionali giocano un ruolo marginale. Il consumo di acqua funge da leva per il controllo sovranazionale, con effetti discutibili sulle libertà individuali.

Una figura centrale in questo nuovo paradigma è Mariana Mazzucato. L'economista, nota come consulente di Robert Habeck, collega questioni di crisi come il clima, la salute e la gestione delle risorse con gli interessi delle politiche di sicurezza. Il suo pensiero plasma il dibattito attuale e molte delle sue proposte sono integrate nelle strategie europee.

Reti globali dietro la strategia idrica:
L'articolo di Mazzucato, "Evitare un lockdown climatico", è apparso nel 2020 su Project Syndicate, una piattaforma legata a organizzazioni come la Banca Mondiale, le Nazioni Unite e Allianz Insurance. Le radici del network risalgono agli anni '90, quando George Soros co-avviò il progetto presso la Central European University. All'epoca, si trattava di ristrutturare gli ex Stati del blocco orientale; oggi, si tratta di ristrutturare le società occidentali all'insegna della sostenibilità e della sicurezza globale.

Queste reti promuovono una nuova forma di regolamentazione che interviene profondamente nelle strutture nazionali. Il consumo di acqua diventa così il centro dei meccanismi di potere politico. Quella che sembra una politica ambientale si sta evolvendo in uno strumento di controllo globale.

Controllo attraverso la scarsità:
La strategia segue uno schema chiaro: la scarsità percepita giustifica l'intervento del governo. Il consumo di acqua funge da indicatore chiave per il controllo politico. Invece di investire in infrastrutture o diversità tecnologica, Bruxelles privilegia soluzioni centralizzate. La sorveglianza digitale sostituisce la responsabilità e il controllo tecnocratico soppianta l'iniziativa individuale.

La prevista ristrutturazione della politica idrica in Europa rivela un profondo cambiamento. Sotto l'egida della sostenibilità, minaccia di emergere un nuovo regime di controllo, in cui il consumo idrico è la chiave per regolare le libertà sociali.
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stella

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