samantha    è la sensazione Scioccato
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La #toscana sott'acqua, la rabbia dei sindaci: «Stop ai vincoli sulla pulizia dei fiumi»
Questa volta i #sindaci non riescono neppure ad aspettare che l’ #acqua sia defluita. Sono su tutte le furie dopo l’ultima ondata di #maltempo, in particolare coloro che per pochi spiccioli al mese si caricano sulle spalle impegno, sacrificio e le responsabilità di amministrare i loro piccoli #comuni.

I vincoli ambientali: Il loro indice oggi è puntato sulla manutenzione dei torrenti. «Basta stare zitti mentre tronchi di albero interi, portati dalla furia dell’acqua, bloccano i ponti perché i #vincoli #ambientali ci hanno impedito di rimuoverli dall’alveo del fiume».

È una #furia il primo cittadino di Guardistallo Sandro Ceccarelli: «Come si può lasciare di tutto dentro l’alveo. Quando arrivano queste piene, di potenza superiore a quelle del passato, non ce n’è per niente e nessuno. Sradicano quasi i ponti come è accaduto a me, ieri con il Faltona, ma quando facciamo la manutenzione si devono lasciare le piante crescere dentro l’argine o dentro il letto del #fiume. Ma intorno al ponte, ieri, sembrava ci fosse stato un bombardamento».

«Una riflessione seria – aggiunge il sindaco di Bibbona Massimo Fedeli – è essenziale: non possiamo guardare ai #danni sia in termini #economici sia come #vite #umane che abbiamo subito in questi ultimi anni senza ripensare un po’ di priorità. Sono stati messi dei cavilli #burocratici e ambientali che hanno reso difficile una manutenzione ben fatta. Non si può pensare di alzare gli argini: nella parte a monte è necessario tagliare le #piante e magari darle a chi ha bisogno del legname. I ponti, ogni volta, diventano delle dighe sono sotto gli occhi di tutti. E non serve il sindaco di Bibbona per capire che così non va. Non si può rinunciare a evitare le inondazioni per salvare specie protette. Un altro aspetto sottovalutato è quello di #detriti che vengono portati sulle spiagge e nel mare con pericoli anche per la navigazione».

Dopo l’ultimo evento alluvionale, quello dello scorso settembre costato la vita a una donna e al nipotino neonato (il corpo del piccolo non è stato trovato) quando la potenza dell’acqua si è calmata sulla foce del fiume Cecina dal ponte di Marina si vedevano i tronchi adagiati sul fondo. Sembravano galleggiare invece erano semplicemente appoggiati sui detriti e sui massi.

«Ieri mattina alle 8 – racconta la sindaca di Cecina, Lia Burgalassi – i tronchi e tutti i detriti che l’acqua porta giù si erano #bloccati, come al solito, al ponte di Marina. Cerchiamo di rimuovere tutto, volta per volta. Negli anni c’è stato un ragionamento di forte attenzione alla #tutela #ambientale: si è pensato agli animali che stanno sul fiume, alla nidificazione, alle piante rare. Ma ora questi eventi alluvionali stanno diventando sempre più drammatici e c’è la necessità di pensare anche a una nuova modalità di #gestione degli argini. Va detto che non può essere considerata l’unica soluzione ma una riflessione va fatta: quattro allerte arancioni sono significative».

Significative anche per il costo di vite umane che sempre più spesso si portano dietro. E per quanto riguarda la protezione civile la sindaca è consapevole delle difficoltà della gestione: «Un tempo eravamo tutti insieme nell’Unione nei Comuni. Ora non più ma dobbiamo rielaborare un modo per stare tutti insieme, anche con i colleghi delle colline, perché il #problema idraulico non ha i confini comunali. È un problema di tutti. Cerchiamo di avere una collaborazione di tipo informale con i volontari e tra noi sindaci ma quando ci sono queste allerte andiamo in difficoltà, lo siamo noi ma ancora di più i comuni piccoli. Si deve ripensare il sistema».
fonte
https://www.iltirreno.it/livor....no/cronaca/2024/10/1

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