Questo antico tesoro è stato scoperto da un privato cittadino che, nel corso di un’immersione, ha notato dei resti metallici a poca profondità, non molto distante dalla costa.
Secondo la prima stima, il numero delle grandi monete di bronzo si aggirerebbe tra i 30.000 e i 50.000 esemplari. Molte di più, quindi, di quelle rinvenute nel 2013 nel Regno Unito, a Seaton, quando riemersero 22.888 follis. Oltre a queste ultime sono state individuate anche pareti di anfore di produzione africana e di produzione orientale.
Le immersioni hanno rivelato l’esistenza di due macro-aree di dispersione dei follis in un grande spiazzo di sabbia che si apre tra la spiaggia e la posidonia (quest’ultima, per posizione e morfologia del fondale potrebbe conservare resti cospicui di un relitto). Tutte le monete sono in uno stato eccezionale di conservazione, tranne 4 pezzi che risultano danneggiati ma ancora leggibili.
Il contesto cronologico delle monete è riscontrabile in un arco temporale tra il 324 e il 340 d.C. Datazione confermata dalla presenza di monetazione di Costantino il Grande e da quella di tutti gli altri membri della famiglia presenti come cesari ma soprattutto dall’assenza di centenionales, coniati a partire d al 346 d.C. Il gruppo dei follis recuperato proviene da quasi tutte le zecche dell’impero attive in quel periodo ad eccezione di Antiochia, Alessandria e Cartagine.