Intelligenza artificiale, un tema molto enfatizzato dai media

Il vero scopo del clamore mediatico sull’intelligenza artificiale è in realtà un’operazione di marketing.

Le reali finalità del baccano che si fa attorno alla INTELLIGENZA ARTIFICIALE sono, a mio parere, sostanzialmente due:
— una grande operazione di marketing da parte delle aziende del settore
— una grande operazione di distrazione dell’intelligenza reale dai fattacci che avvengono nel mondo dell’antiumano da parte dei mestieranti della politica.

Una grande operazione di marketing:

Premesso che il marketing è la scienza e la tecnica del vendere, sono certo, pur non avendo sottomano dati precisi, che il mercato dell’informatica, in termini di hardware, di software, di applicazioni, di banche dati cui accedere a pagamento, ha dimensioni di migliaia di miliardi di dollari. Ma poiché il ciclo di vita di un prodotto non primario e non necessario alla vita, come ad esempio è il cibo, è immancabilmente descrivibile come qualcosa che ha una prima fase di introduzione, una seconda fase di sviluppo accelerato, una terza fase di saturazione e, infine, una fase di declino e di estinzione, è indispensabile che le aziende di produzione progettino in continuazione i prodotti futuri che andranno a sostituire gli esistenti in declino.

Nel campo dell’informatica il mercato dei PC, dei tablet, degli smartphone, e dei relativi sistemi operativi come Windows con tutte le sue meravigliose applicazioni come Office e Visual Basic ormai è saturo e perciò bisogna inventare qualcosa di nuovo e di suggestivo. Che cosa può esserci di meglio e di più affascinante di niente-di meno-che l’INTELLIGENZA ARTIFICIALE ?

Ma banche dati sempre più grandi, algoritmi sempre più complicati, non potranno mai sostituire o minacciare la mente umana. Prima che esistessero i digital computer la mente umana, come voluta dal suo creatore, aveva già una ROM (gli istinti), una RAM ( la memoria a breve termine che serve a formulare ed esprimere pensieri) una MLT (memoria a lungo termine per accumulare dati ed esperienze e richiamarli a tempo opportuno) e chi ha inventato i computer non ha inventato niente ma ha semplicemente fabbricato qualcosa che imita l’uomo ma mai e poi mai lo sostituirà.

Al massimo i computer potranno essere usati come un lobo supplementare del nostro cervello ma non come un loro sostituto.

Ho conosciuto un prete famosissimo a Brescia, insegnante di lettere al Collegio Arici, di proprietà dei Gesuiti, don Pietro Rigosa, che conosceva a memoria tutta la Divina Commedia. Lui non aveva bisogno di alcuna App per richiamare in qualunque momento un qualunque verso dell’opera di Dante.

Un caso un po’ meno eclatante, ma sempre interessante per me, è stato un mio zio, semplice maresciallo dei Carabinieri, che conosceva a memoria tutto l’Inferno di Dante e lo citava in continuazione.

Affascinando la gente con l’idea di una Intelligenza Artificiale, la si induce a buttare PC, Tablet, Smartphone, e software relativi e riacquistare tutto nuovo perché se non hai l’A.I. non sei nessuno. E i poveri cyber idioti ci cascano come salami.

L’arte di creare bisogni di per sè inesistenti e stimolare la gente ad acquistare prodotti atti a soddisfarli è fondamentale per il marketing. Il prodotto esiste come fonte di profitto solo se esiste un mercato disposto ad acquistarlo e creare il bisogno è il primo passo da compiere per creare un mercato.

Pare che le grandi aziende del settore abbiano investito ingenti capitali nel progetto A.I. e quindi stiano lavorando intensamente per un ROI adeguato e in tempi brevi. Il tempo ci dirà come andranno realmente le cose. Sono molti però quelli che prevedono con alta probabilità un totale insuccesso. In effetti la massa non sente il bisogno di applicazioni sofisticate e gli esperti non avranno bisogno di farsi scrivere o correggere testi, o effettuare elaborazioni che già oggi sono in grado di fare loro stessi con l’hardware e il software esistente e disponibile. A far crollare tutta l’impalcatura provvederà molto probabilmente un basso livello di vendite.

Forse che alla cassiera di un supermercato interessa qualcosa dell’analisi di bilancio dell’azienda per la quale lavora?

E, fin qui, l’aspetto marketing.

Passiamo ora al secondo punto:

una grande operazione di distrazione dell’intelligenza reale dai fattacci che avvengono nel mondo dell’antiumano.

Politicamente è molto importante disabituare la gente ad osservare, pensare, giudicare, decidere. In questo modo si toglie vigore ed entusiasmo all’opposizione. Ma decidere è fondamentale per l’uomo, tant’è che in ogni attimo della sua esistenza inconsciamente lo fa. Io, finchè rimango dove sono, sto decidendo attimo dopo attimo di rimanere dove sono e finchè scrivo questo appunto sto decidendo di non fare altro che scrivere questo appunto e decido che cosa scrivere e che tasto premere. Lo faccio senza nemmeno rendermene conto ma è così. Questa continua presenza della mia facoltà di decidere si chiama anche attenzione: attenzione a ciò che sto facendo, a ciò che sto pensando.

Perciò chi vuole acquisire potere su di me deve indebolire la mia attenzione, la mia memoria, la mia volontà, raccontandomi che una macchina può fare queste cose al posto mio e farle meglio di me. In questo modo riesce a coltivare la mia pigrizia mentale che è esattamente il contrario della mia capacità di attenzione e concentrazione sull’obiettivo del momento.

Anche se a parole lo negano lo scopo principale di un politico serio è quello di acquisire consenso ed annullare il dissenso. Ma poiché il dissenso viene dalla protesta contro gli errori, le inefficienze, le mancate soluzioni di problemi, bisogna evitare che la gente se ne renda conto. E questo come si ottiene? Facendo convergere l’attenzione della gente su falsi problemi come, appunto, quello dell’intelligenza artificiale. Intanto che la gente si preoccupa dell’A.I. non si rende conto che le strade sono piene di buche, che noi votiamo SI’ a leggi disumane , che pochi pazzi stanno conducendo due guerre assurde distruggendo beni e vite esistenti per un fantasmagorico futuro migliore.

I problemi non vanno soltanto individuati, elencati e contemplati, ma vanno risolti. E a questo punto si rende manifesta l’ignoranza, l’incompetenza, la supponenza, la stupida aggressività di chi ha fatto del governare non una serie professione ma una fonte di guadagno per una comoda e facile sopravvivenza personale.

Riuscire a nascondere tutte queste manchevolezze dietro una cortina fumogena, paventando fantasmi, è lo scopo principale della falsa comunicazione. E’ necessario manipolare gli atteggiamenti del popolo; e la componente cognitiva e quella affettiva sono le più facili da manipolare, senza bisogno di usare i manganelli della polizia che sono odiosi tanto ai poliziotti (a meno che non si tratti di sadici) quanto ai manifestanti manganellati.

E allora dai che parliamo di Intelligenza Artificiale! L’intelligenza Artificiale di qua, di là, di sopra e di sotto e addosso alla “tecnologia” che in realtà è semplicemente la scienza e la tecnica delle lavorazioni.

Il pericolo non risiede nella immoralità dei governanti e nella ignoranza dei governati, no, no! Risiede nella tecnocrazia e nella tecnologia.

E così si organizza un G7 sulla problematica dell’Intelligenza Artificiale e una incompetente diplomata all’Istituto Tecnico Linguistico come la Meloni invita niente meno che Papa Francesco, un incompetente diplomato in chimica da un Istituto Tecnico argentino, ad intervenire per disquisire di cosa? Non dell’etica negativa della maternità non accettata, ma dell’etica negativa dell’elettronica applicata.

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stella

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