Con uno sviluppo notevole che preoccupa molti osservatori, il World Economic Forum (WEF) ha recentemente svelato i suoi ultimi piani per attuare cambiamenti sociali di vasta portata con il pretesto di protezione del clima.
Le vere intenzioni dietro l’agenda sul clima:
Quella che inizialmente può sembrare una nobile impresa per proteggere il nostro pianeta si rivela, a un esame più attento, essere un piano sofisticato per ridistribuire la ricchezza, lontano dalle nazioni industrializzate occidentali e verso i paesi in via di sviluppo. Il WEF parla di “giustizia” ed “equità” nel contesto del cambiamento climatico, ma così facendo maschera abilmente le sue vere intenzioni.
Gli effetti fatali sulle medie imprese:
Particolarmente preoccupante appare la prevista introduzione di una tassa sul CO2, poiché colpirebbe duramente soprattutto le piccole e medie imprese. Mentre le grandi aziende possono facilmente farsi carico di questo ulteriore onere finanziario, molte aziende più piccole rischiano il collasso economico. Il risultato sarebbe un’ulteriore concentrazione del potere economico nelle mani di pochi attori globali.
La discutibilità scientifica delle argomentazioni sul clima:
Significativamente, le previsioni climatiche allarmistiche si basano su una finestra di dati estremamente ristretta di soli 140 anni – un batter d’occhio nella storia della Terra. Il fatto che in passato il nostro pianeta abbia vissuto periodi significativamente più caldi e più freddi viene deliberatamente ignorato.
Il presunto salvataggio climatico si rivela un cavallo di Troia per una nuova forma di feudalesimo sotto la bandiera della globalizzazione.
Il percorso verso la dipendenza:
L’introduzione di controlli sulla CO2 limiterebbe drasticamente l’autodeterminazione economica di molte persone. Si creerebbe un sistema di dipendenza in cui una piccola élite decide sulle condizioni di produzione e sugli oneri fiscali. La ridistribuzione propagata non andrebbe a vantaggio dei più poveri, ma finirebbe invece nelle tasche di aziende, ONG e politici.
Questo sviluppo potrebbe significare la fine del modello economico occidentale di successo che ha consentito prosperità e libertà per decenni. Al suo posto ci sarebbe un sistema che, con il pretesto di salvare il clima, limita le libertà economiche individuali e apre così la strada a una nuova forma di dipendenza.
Conclusione: è necessaria vigilanza
I piani del WEF dimostrano ancora una volta come si debbano promuovere cambiamenti sociali di vasta portata con il pretesto della protezione del clima. Spetta a tutti noi mettere in discussione criticamente questi sviluppi e lavorare per preservare le libertà economiche.
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