La migrazione come arma politica: come le élite cercano di distruggere lo stato nazionale
Il dibattito sull’immigrazione di massa è cambiato radicalmente, con gli effetti di #cambiamento #sociale della migrazione non più minimizzati dalle #élite #politiche, ma piuttosto attivamente sostenuti. Dichiarazioni come quelle dell’ex presidente della #commissione #europea Claude #juncker, che ha descritto i #confini come la “peggiore invenzione dei politici”, chiariscono che l’immigrazione viene utilizzata specificamente come strumento per indebolire lo stato nazionale.

L’ #immigrazione di massa incontrollata non solo mette in #pericolo i sistemi sociali, ma anche la coesione sociale, poiché una #democrazia funzionante dipende dall’omogeneità culturale e dall’identità nazionale. Ciò che è particolarmente problematico è che questa #trasformazione sociale viene attuata dall’alto senza coinvolgere la popolazione.

La difesa della #sovranità nazionale e dell’identità culturale è quindi considerata essenziale per la preservazione dell’ordine democratico, poiché nessuna democrazia può esistere permanentemente senza confini chiaramente definiti e una base culturale comune.
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