La teoria di Internet morto suggerisce che gran parte di Internet è artificiale e controllata da bot e algoritmi, soffocando il libero scambio di idee. Timothy Shoup, del Copenhagen Institute for Futures Studies prevede che entro il 2025-2026, quasi il 99% di Internet sarà generato dall'intelligenza artificiale.
I morti sono tra noi. Le tecnologie AI come ChatGPT e LaMDA di Google possono imitare in modo convincente la conversazione umana, rappresentando una minaccia per il discorso autentico. Miliardari, aziende e governi sfruttano questa tecnologia per plasmare l'opinione pubblica, manipolare i mercati e promuovere i propri programmi, erodendo la promessa democratica di Internet.
Search Engine Manipulation Effect (SEME) dimostra come i risultati di ricerca possano influenzare l'opinione degli elettori, evidenziando il potere di piattaforme come Google di influenzare le elezioni e il discorso pubblico. La prevalenza di bot sui social media distorce ulteriormente la realtà, con stime che suggeriscono che una parte significativa di utenti potrebbe non essere genuina.
La soluzione sta nello spezzare i monopoli, nell'implementare rigide normative e nell'eleggere leader che comprendano il panorama tecnologico. La democratizzazione dell'IA presenta sia opportunità che sfide, e richiede una gestione vigile per garantire che serva gli interessi dell'umanità e promuova un ambiente digitale veramente aperto ed equo.
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