Nuove prove: riaprite le indagini a carico di Speranza

I legali dei danneggiati di Ascoltami presentano una nuova istanza per riaprire le indagini sull'ex ministro Speranza archiviate dal Tribunale dei ministri: «Ci sono nuove prove dopo le ammissioni di Aifa sui vaccini e le ultime sentenze».

«Riaprite le indagini a carico di Speranza: ci sono nuove prove contro di lui». La richiesta arriva dagli avvocati Angelo di Lorenzo e Antonietta Veneziano, legali di fiducia del Comitato Ascoltami, del sindacato di Polizia Osa, del sindacato Finanzieri democratici e di Bianca Laura Granato che avevano promosso la causa contro l’ex ministro della Salute per le omissioni e gli errori della campagna vaccinale.

Dopo l’archiviazione del precedente esposto da parte del Tribunale dei ministri che aveva stoppato le speranze dei danneggiati da vaccino Covid di vedersi riconosciuta giustizia nei confronti dell’allora ministro della Salute Roberto Speranza, molte cose sono cambiate.

A cominciare dalle evidenze scientifiche sul fatto che il vaccino non era stato testato per la prevenzione del Sars Cov 2 e soprattutto alcune sentenze in tribunale che hanno dato ragione a sanitari, i quali si sono visti riconoscere in sentenza l’ingiusta sospensione dal lavoro per non essersi vaccinati.

Questo e molto altro costituisce quella «nuova fonte di prova» che il codice di procedura penale (articolo 414) assegna a quei casi già archiviati che possono essere riaperti per nuove indagini ed eventualmente nuovi processi. È con questo spirito che nasce l’istanza presentata da due legali al Tribunale di Roma, collegio per i reati ministeriali e alla Procura di Piazzale Clodio.

Un testo corposo, nel quale i legali mettono in evidenza fondamentalmente che le motivazioni con le quali la causa contro Speranza è stata archiviata (con ipotesi di reato gravi, tra i quali l’omicidio, le lesioni, la somministrazione di farmaci imperfetti e il dolo eventuale) si basano su «cognizioni e affermazioni prive di qualsivoglia fondatezza tecnico-scientifica, del tutto travisate ed erronee in punto di evidenza, letteratura e scientificità».

Le conclusioni del Tribunale vengono così analizzate e smontate. Sotto accusa l’affermazione citata dai giudici per i quali «è quindi possibile ritenere che lo scopo legale ricollegato alla vaccinazione (prevenzione dalle infezioni da agente virale da SARS-CoV 2) sia sovrapponibile alla prevenzione dal contagio dalla malattia COVID-19» e che i «processi decisionali sono stati guidati dalla migliore evidenza scientifica ed esulino dalla funzione di indirizzo politico del Ministro» oltre a ribadire l’«attendibilità scientifica dell’Aifa». Motivazioni, queste, già precarie nel corso di tutta la campagna vaccinale, ma oggi fallaci e scioltesi come neve al sole a fronte delle nuove evidenze.

La prima delle quali è la dichiarazione di Aifa in risposta al FOIA di Arbitrium - Pronto Soccorso Giuridico del 19 luglio 2024, dove si metteva nero su bianco che «allo stato attuale, nessun vaccino COVID-19 approvato presenta l’indicazione “prevenzione della trasmissione dell’infezione dall’agente Sars cov-2”».

Una comunicazione dirompente ed arrivata alla fine della vaccinazione di massa, ma che smonta del tutto la pretesa dell’obbligo vaccinale e dell’imposizione del Green pass e che ha già prodotto le prime sentenze.

Come quella del Tribunale di Velletri che nella sentenza n.1493/2024 utilizza proprio la dichiarazione di Aifa per dare ragione ad una sanitaria sospesa.

Per questo motivo l’avvocato Di Lorenzo ha detto alla Bussola che «l’eccentricità dei presupposti “scientifici” richiamati dal provvedimento di archiviazione del 3 aprile 2024, sono stati gravemente errati nell’accreditare letture, opinioni e associazioni terminologiche prive di attendibilità e rigore a causa del travisamento delle indicazioni provenienti da quelle stesse fonti ufficiali richiamate come EMA, AIFA e le schede tecniche».

Dunque, Speranza non può dirsi del tutto al riparo da conseguenze giudiziarie sul suo operato. La precedente causa vede ancora aperta la posizione di Nicola Magrini, allora direttore di Aifa, che rimane ancora indagato dalla Procura di Roma mentre la posizione di Speranza è stata archiviata dopo che gli atti che lo riguardavano erano stati dirottati al tribunale dei ministri che poi ha deciso per un’archiviazione.

Questa nuova istanza arriva a rimescolare le carte e proprio in un momento, quello attuale, in cui sono in corso i lavori della Commissione Bicamerale di indagine, che sta affrontando le questioni inerenti la gestione della pandemia da parte del governo di Conte, mentre nei prossimi mesi arriverà ad affrontare anche tutte le vicende inerenti la campagna vaccinale. E per quella data, potrebbe essere possibile che l’ex ministro oggi deputato del Pd, che tra l’altro sta disertando i lavori, sia chiamato a rispondere dei fatti gravi che gli sono imputati dai danneggiati.
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samantha

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