Censura sui social: sentenza corte appello degli Stati Uniti

Gli Stati del Missouri e Louisiana contro Biden

QUERELA PRESENTATA DA:
- Stato della Lousiana
- Stato del Missouri
- 3 medici
- 1 sito web di notizie



CHI È STATO QUERELATO:
- Joseph Biden
- Antony Fauci
- Dipartimento della Salute

ENTI COINVOLTI:
- CASA BIANCA
- SURGEON GENERAL:
- CDC: Centers for Disease Control and Prevention (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie)
- FBI: Federal Bureau of Investigation (Ufficio federale di investigazione)
- NIAD: National Institute of Allergy and Allergy infectious diseases (Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive)
- CISA: Cybersecurity and Infrastructure

GLI ARGOMENTI OGGETTO DELLA CENSURA

- la teoria delle perdite di laboratorio del COVID-19,
- lockdown pandemici,
- gli effetti collaterali dei vaccini,
- le frodi elettorali
- la storia del laptop di Hunter Biden

Sintesi dell'opinione di Justia:

Ai querelanti, tre medici, Gateway Pundit, un attivista sanitario e gli Stati della Lousiana e Missouri, sono stati rimossi o declassati post e articoli dalle piattaforme. Il loro contenuto toccava una serie di argomenti controversi. I querelanti sostengono che, sebbene le piattaforme abbiano soffocato i loro discorsi, sono stati i funzionari governativi a tirare le fila. Hanno citato in giudizio i funzionari per violazioni del Primo Emendamento (il nostro articolo 21) i quali hanno chiesto al TRIBUNALE DISTRETTUALE di ingiungere la condotta dei funzionari.

Il tribunale distrettuale ha concordato con i querelanti e ha concesso un provvedimento ingiuntivo preliminare. Nel raggiungere quella decisione. La CORTE ha spiegato che i funzionari della Casa Bianca, in collaborazione con l'ufficio del Surgeon General, ha costretto e incoraggiato in modo significativo le piattaforme a moderare i contenuti. Di conseguenza, l’azione delle piattaforme “deve essere considerata giuridicamente opera dello Stato”. Inoltre, la CORTE ha ritenuto che i funzionari del CDC hanno incoraggiato in modo significativo le decisioni di moderazione delle piattaforme.

Si vieta ai funzionari di “minacciare, fare pressioni o costringere le società di social media in qualsiasi modo a rimuovere, eliminare, sopprimere o ridurre il contenuto pubblicato di post contenenti libertà di parola protetta”.

CONCLUSIONI

SI vieta ai funzionari di “minacciare, fare pressioni o costringere le società di social media in qualsiasi modo a rimuovere, eliminare, sopprimere o ridurre il contenuto pubblicato di post contenenti libertà di parola protetta”.

Link del PDF in italiano della sentenza:

Link del PDF originale della sentenza:


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